I Musei senesi hanno un nuovo direttore. Oggi si cresce soltanto partecipando di Laura Lombardi
Siena. Un trentottenne alla direzione della Fondazione Musei Senesi: Luigi Maria Di Corato, lombardo di nascita, ma laureato a Siena con Enrico Crispolti e con un Master in Business Administration al Mip del Politecnico di Milano (School of Management), torna dunque nella città dei suoi studi, dividendosi con Milano, dove è docente dal 2002 all'Università Cattolica di Management del museo e dei servizi museali. Alle spalle esperienze come curatore di mostre, in sedi quali Santa Maria della Scala e i Magazzini del Sale di Palazzo Pubblico, la Fondazione di Palazzo Bricherasio di Torino, il Museo Bagatti Valsecchi di Milano, la Barbican Gallery di Londra, il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato; è stato inoltre conservatore della Fondazione Europea del Disegno-Fondazione Valerio Adami e poi direttore, con responsabilità di start up, del Complesso Museale del Forte di Bard, in Valle d'Aosta, a forte vocazione tecnologica in un'ottica turistico-culturale e di rigenerazione economica territoriale. E, infine, direttore del Museo e Tesoro del Duomo di Monza, aperto nel 2007 dopo impegnativi lavori di ampliamento. Questa nomina era davvero per lei inaspettata?Sono tuttora incredulo, a qualche mese dall'assunzione del mio ruolo, avvenuta il 15 maggio scorso, di averla spuntata su 107 candidati, anche se in realtà è vero che la mia formazione mi portava ad avere competenze specifiche in campi diversi: quelli dell'arte, della curatela e della direzione museale, ma anche della gestione manageriale. La Fondazione Musei Senesi (fondata nel 2003 allo scopo di consolidare e sviluppare il sistema museale realizzato negli anni Novanta dall'Amministrazione Provinciale di Siena e presieduta da Gianni Resti dopo le dimissioni di Tommaso Detti, Ndr) non aveva avuto finora un direttore generale, ma solo un direttore progetti, anche se con le competenze di Donatella Capresi. Come vede il suo compito?Stiamo cercando (e ci tengo al «noi» perché lo concepisco come lavoro di «azienda» e non di singolo) di compiere un percorso che sia guidato da un autentico spirito di servizio: un sistema che dovrebbe regolare e migliorare la gestione e la qualità dei 43 musei che afferiscono alla Fondazione (otto dei quali sono del Sistema Museale di Ateneo dell'Università di Siena), e che non deve funzionare «per sé», ma fungere da volano di sviluppo per chi vi partecipa. Vorremmo definire dei presupposti per giungere alla costituzione di un vero e proprio distretto culturale, aumentando la straordinaria e virtuosa contaminazione tra realtà produttiva e musei, intesi come sistemi che presentano non solo beni culturali, ma la storia del saper fare delle comunità. Qual è il ruolo dei musei rispetto al territorio senese?Il museo non è più soltanto un deposito organizzato, ma deve vivere in sinergia con il territorio. Della Fondazione fanno parte musei che conservano un patrimonio artistico, ma anche archeologico, scientifico e demoetnoantropologico e offrono quindi una varietà molto ampia di proposte. Il museo non deve esser pensato solo come centro di accoglienza per turisti, ma trasmettere in modo efficace al visitatore le radici e i presupposti culturali della comunità che lo ha generato: per questo è importante programmare una gestione partecipata e creare una piattaforma di condivisione culturale ed economica. Anche per quanto riguarda i finanziamenti vorremmo uscire dal vecchio meccanismo delle sponsorizzazioni, cercando sì accordi con soggetti esterni e in ambito internazionale, ma che possano proporsi in modo nuovo, come vere e proprie partnership. Quale sono le sue priorità?Definire strumenti perché tutto questo si realizzi, puntando molto sui servizi educativi, di formazione e di comunicazione del sapere, ma anche facendo ricorso a gestione di stampo aziendale e a strategie di marketing. In questo senso poniamo molta fiducia nelle nuove tecnologie e abbiamo appena concluso un accordo con Microsoft Italia che ci vede protagonisti per la sperimentazione delle nuove tecnologie dei beni culturali. Siamo stati anche coinvolti nel lancio di Windows 7: infatti, anche grazie ad Apt Siena e Apt Val di Chiana, abbiamo messo a disposizione immagini del territorio e dei nostri musei che saranno offerte da Microsoft agli utenti per la personalizzazione dei loro computer: un progetto di co-marketing che potenzialmente ci porterà nelle case di tutto il mondo. Quindi, in perfetta logica «glocal», ci muoviamo per la crescita delle nostre comunità locali e per la valorizzazione della loro cultura nel mondo. Come vi ponete rispetto alla Fondazione monte dei Paschi?
[L'articolo integrale è disponibile nell'edizione stampata de Il Giornale dell'Arte]
http://www.ilgiornaledellarte.com/news/article.asp?idart=5925
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