Ritorna in Sicilia il Getty Museum di L.A. di Rosamaria Gunnella 18 Febbraio 2010 -
L’assessore regionale ai Beni Culturali e Identità siciliana, Gaetano Armao, ha definito “un passo storico” l’accordo, firmato negli Stati Uniti, tra la Regione siciliana e il J. Paul Getty Museum di Los Angeles per una collaborazione a lungo termine che prevede una serie di iniziative in vari settori: la conservazione, come la protezione dal rischio sismico dei beni culturali, mostre, ricerca scientifica e conferenze. Un viaggio “proficuo” quello dell’assessore Armao che, volato in America per definire l’accordo per il rientro in Sicilia della “Venere di Morgantina” (esposta al Getty come uno dei reperti più importanti), ha portato a casa qualche cosa in più: “È un accordo innovativo e molto importante che imprime una svolta di qualità nella gestione e valorizzazione dei beni culturali della Sicilia. È necessario - sottolinea l’assessore - restituire credibilità all’amministrazione dei beni culturali siciliani. Invece che fermarci a una mera restituzione di uno dei tanti straordinari beni trafugati dall’Isola abbiamo costruito, rilanciando, un percorso di proficua e fattiva collaborazione con una delle più importanti istituzioni museali del mondo”.Un accordo vantaggioso anche per il direttore del Getty Museum, David Bomford: “Ci permette di ampliare il nostro rapporto con l’Italia in una regione così importante per lo studio del Mediterraneo antico. Questo accordo è un’estensione dell’intesa raggiunta nel 2007 con il Ministero dei Beni culturali che ha aperto la strada ad una serie di progetti importanti”. Un passo importante quindi, perché il rapporto tra il museo di Los Angeles e l’Italia non è stato sempre idilliaco. Solo dopo un lungo contenzioso, il Museo Getty si era deciso a restituire nel 2006 alcune delle 52 opere in suo possesso, reclamate dall’Italia perché trafugate ed esportate illegalmente da un trafficante italiano. Una trattativa terminata nel 2007 con la restituzione all’Italia di 40 opere, tra cui la “Venere di Morgantina” (o Afrodite), il cui ritorno però è previsto per il gennaio del 2011. Solo l’Atleta di Fano attribuito a Lisippo, per cui il gip del tribunale di Pesaro ha disposto la confisca alcuni giorni fa (il Museo ha presentato un’istanza di sospensione dell’ordinanza), rimane nella Getty Villa di Pacific Palisades (Malibù).
La Regione siciliana e il Getty Museum iniziano una collaborazione che si preannuncia proficua per entrambe le parti che si impegnano, oltre ai progetti specifici concordati, a mantenere un dialogo continuo sulle migliori pratiche nel settore museale e per uno scambio di esperienze professionali in programmi educativi e di allestimento mostre. Il Getty Museum organizzerà una grande esposizione dedicata alla Sicilia del periodo classico ed ellenistico (V-III secolo a.c), prevista nel 2013 presso la Getty Villa, che comprenderà anche alcune importanti collezioni archeologiche ritrovate in Sicilia, provenienti sia da musei italiani che da realtà museali internazionali. E un altro evento espositivo su Selinunte, importante colonia greca della Sicilia occidentale, sarà realizzato in collaborazione con il Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas” di Palermo e con la Soprintendenza di Trapani. Un’attenzione particolare sarà data alla conservazione dei beni, per cui il museo americano metterà a disposizione la propria esperienza in materia e le attrezzature più moderne disponibili presso la Villa Getty per collaborare con i colleghi siciliani negli interventi conservativi su reperti, con l’obiettivo di migliorarne la protezione dai danni causati da eventi sismici durante il periodo espositivo delle stesse. E per inaugurare questa collaborazione, alcune opere straordinarie tra cui “Il giovinetto di Mozia”e “Il giovinetto in marmo di Agrigento”giungeranno al Getty per la realizzazione di supporti antisismici atti a proteggerli e a migliorarne l’aspetto estetico. L’accordo tra la Regione siciliana e il Getty Museum si aggiunge a quelli già sottoscritti con il Museo Archeologico Nazionale di Firenze e il Museo Archeologico di Napoli.
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