CECCANO - «Una cattedrale nel deserto ormai simbolo del degrado» Marco Pirri IL TEMPO 19/02/2010
Il ritorno dell'attenzione su uno degli sprechi «storici» riguardanti la città fabraterna, ovvero quello che sarebbe dovuto essere l'ospedale di via Morolense, iniziato nel novembre del 1971 con una spesa prevista di trecento milioni di lire, lievitata ben presto oltre il miliardo e mai completato benché siano trascorsi quasi quarant'anni, ha suscitato le reazioni della politica cittadina.
Sia da parte del centrodestra che del centrosinistra, infatti, arrivano critiche alle scelte politiche e gestionali che dall'epoca si sono trascinate fino ai giorni nostri. Da una parte l'assessore provinciale al turismo, sport e spettacolo Massimo Ruspandini parla «Di assenza di progettualità politica che ha contraddistinto gli ultimi quarant'anni e che ha dato vita a una vera e propria cattedrale nel deserto che, data l'incapacità di recuperare tale area, come quella dell'Annunziata, è assurta a simbolo di degrado. Non è un caso, infatti, che dall'esterno Ceccano sia vista come la città delle cattedrali nel deserto». Il consigliere di minoranza Angelino Stella sottolinea come «Per quanto riguarda l'ospedale di via Morolense si sia trattato di un clamoroso errore. Ora quella struttura dovrebbe essere abbattuta attraverso un'implosione, per restituire ai cittadini un valore ambientale e paesaggistico importante. Ovviamente i rifiuti derivanti dalla struttura andrebbero smaltiti in discariche autorizzate». L'ex primo cittadino Angelino Loffredi, dal canto suo, pone l'attenzione sui mancati controlli effettuati dalle istituzioni e dai cittadini nel corso degli anni. «La mancata costruzione dell'ospedale di via Morolense – afferma Loffredi – simboleggia il fallimento di una gestione verticistica e unilaterale del progetto, allora finanziato e gestito dalla Cassa del Mezzogiorno. Situazioni come queste, che si trascinano per anni senza una soluzione, accadono quando viene a mancare una vigilanza istituzionale e della cittadinanza adeguata». Quel che è certo è che quello che avrebbe dovuto essere l'ospedale oggi è solo uno scheletro che non fa altro che danneggiare una città, quella fabraterna, già duramente colpita da un'emergenza ambientale di cui appare oggi difficile uscire. Per questo è necessaria da parte delle istituzioni a tutti i livelli, una maggiore attenzione per il recupero di aree come quella di via Morolense, che si stagliano come simboli dello spreco sullo sfondo di una città che ha vissuto gli ultimi quarant'anni in attesa del completamento di un ospedale che sarebbe dovuto essere uno dei migliori della provincia. Un sogno, però, rimasto irrealizzabile e a cui nessuno è riuscito a dare un futuro concreto.
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