Firenze. Capolavori in prestito per diciotto mesi: non è un po' troppo? Marco Ferri Il Giornale della Toscana 19/2/2010
Volete vedere L'Adorazione dei Magi di Sandro Botticelli, il celebre dipinto dove l'artista si è autoritratto e guarda direttamente negli occhi lo spettatore? Ci dispiace, ma per i prossimi 18 (diciotto!!!) mesi dovrete rincorrerlo in qualche museo cinese perché non lo troverete nella Sala 10-14 della Galleria degli Uffizi. E lo stesso accadrà per Leda e il cigno, la tela che Robusti Jacopo detto Tintoretto dipinse nella seconda metà del XVI e che da quando è entrato a far parte delle collezioni degli Uffizi (nel 1893), non era mai uscito da Firenze. Attualmente si trova nella Sala 32 della Galleria (dedicata, appunto ai pittori veneti). Ancora una volta, quindi, per accontentare le bizzarrie o i capricci di chissà quale personaggio altolocato, il primo museo d'Italia si priva di due autentici «pezzi da 90» delle proprie collezioni. Le due opere molto importanti - ogni anno ammirate da circa un milione e mezzo di visitatori degli Uffizi - insieme ad altre 80 andranno in trasferta in Cina, quali highlights di una mostra che, si credeva, potesse essere confezionata utilizzando solo opere provenienti dal ricchissimo deposito della Galleria. Purtroppo così non sarà e gli spazi che attualmente ospitano i due dipinti di Botticelli e Tintoretto rimarranno inspiegabilmente vuoti. Eppure a margine della presentazione della mostra de «I mai visti», lo scorso 15 dicembre, il direttore della Galleria, Antonio Natali, ci aveva rivelato di essere molto contento per aver allestito una mostra itinerante per la Cina senza utilizzare quadri di Galleria. Poi così non è avvenuto. Tra la metà di dicembre e la metà di febbraio, allora che cos'è accaduto? Qualcuno ha fatto notare a Natali che una mostra senza almeno «un» Botticelli o senza «un» Tintoretto non aveva appeal? Di solito gli storici dell'arte sopportano poco che qualcuno si intrometta e dica loro come lavorare. Forse è arrivato un «ordine» dall'alto? Oppure il cambiamento è frutto dell'intervento della stessa soprintendente Acidini, forse anch'essa «consigliata» da qualche dirigente del Mibac di arricchire la mostra con qualche capolavoro? Tutte domande alle quale sarebbe gradito che qualcuno desse una risposta. Intanto la Sala di Botticelli degli Uffizi si priva per l'ennesima volta del quadro più curioso dell'artista fiorentino, quello che percepiamo come più moderno per via di quel sorriso appena abbozzato sull'autoritratto del geniale artista. Siamo coscienti che le due opere non sono inserite nella lista dei 23 pezzi «inamovibili» del museo, ma è pur vero che privarsene ora e rivederle nel settembre del 2011 pare proprio una decisione davvero incomprensibile. E apprendiamo con preoccupazione, dalla stessa Acidini, che anche la Corea comincia ad affacciarsi a questo sistema di scambi culturali. Vorremmo ricordare alla soprintendente che la mostra sulla Cina, allestita nel 2008 a Palazzo Strozzi, è stata tra le meno visitate dell'attuale gestione. Se per richiamare pubblico dall'Oriente gli spediamo i nostri capolavori (vedasi Annunciazione di Leonardo, Venere di Urbino di Tiziano etc...), quando poi verranno a Firenze con cosa li sedurremo? Con la pubblicità sul Ponte Vecchio?
|