Libri, quei musei degli anni ’50 rifioriti dopo la guerra IL VELINO 22 feb 2010
Libri, quei musei degli anni ’50 rifioriti dopo la guerra Roma, 22 feb (Velino) - I musei italiani e gli anni della ricostruzione nel secondo dopoguerra, quando dalle macerie del conflitto fiorì una nuova forma di bellezza. A ripercorrere quella stagione, in cui la lettura dell’opera d’arte e le esigenze del visitatore furono poste al centro dell’interesse, è il libro di Maria Cecilia Mazzi “Musei anni’50: spazio, forma, funzione” (Edifir) che verrà presentato a Roma venerdì 5 marzo alla Galleria nazionale d’arte moderna. Alle devastazioni belliche che lasciarono una “tabula rasa” ma consentirono di pensare il “nuovo” con grande facilità, fece seguito una straordinaria fioritura di iniziative: si ricostruirono il museo di Brera e i Musei Civici di Genova e Carlo Scarpa riallestì le Gallerie dell’Accademia di Venezia con criteri innovativi. Si dedicarono a quel compito i maggiori architetti, da Franco Albini a Ignazio Gardella, allo stesso Scarpa, soprintendenti coraggiosi e mecenati avveduti. Grazie all’impegno di tanti, nacque una nuova forma di bellezza: le opere d’arte si trasformarono in soggetti vivi non più neutri oggetti dell’azione degli uomini. Il volume si sofferma anche sul “sogno americano” e sulle innovazioni tecnologiche e sociali che il giovane mondo al di là dell’oceano offriva, in uno scambio quanto mai fruttuoso con il design di marca italiana attuato dai personaggi più avvertiti, uno per tutti, Adriano Olivetti, committente di Scarpa.
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