L'AQUILA - Domani in piazza, con secchi e carriole Eleonora Martini il manifesto 27 febbraio 2010, p. 6
MACERIE Il divieto del sindaco Cialente Domani in piazza, con secchi e carriole
Lo hanno confermato ieri sera con una nuova assemblea cittadina: domani la manifestazione all'Aquila ci sarà. Armati di badili, secchi e carriole, in migliaia si incontreranno alle 10 in piazza Duomo per forzare il blocco della zona rossa e ripulire dalle macerie Piazza Palazzo, cuore civico e simbolo del centro storico aquilano ancora off-limits alla popolazione. Ci saranno, malgrado una campagna di "scoraggiamento" lanciata sui media locali negli ultimi giorni, e malgrado il sindaco Massimo Cialente ieri abbia diramato un comunicato per dire che, con molto dispiacere, per «motivi di sicurezza» non può autorizzare l'accesso nella piazza scelta e nemmeno nel resto della zona rossa. Perché, sebbene tutto sia stato ormai puntellato (e a che prezzo), alcuni palazzi, come quello che ospita la biblioteca provinciale e il Convitto nazionale sono tutt'ora pericolanti. Il sindaco, poi, sconsiglia i cittadini di forzare il blocco dell'esercito. Eppure questa mattina, in quelle stesse strade e in quelle stesse piazze, passeggeranno una cinquantina di persone - giornalisti compresi, liberamente accreditati tramite una semplice email - al seguito del sindaco di Roma Gianni Alemanno, in visita alla città. D'altra parte nessuno dei tanti aquilani che anche ieri si sono riuniti in assemblea sotto il tendone di Piazza Duomo, diventato ormai la domus civitas, simbolo di una crescente partecipazione cittadina, crede davvero ai «problemi di sicurezza» che da sempre motivano il blocco della zona rossa. «In questi mesi - spiegano al "3e32", una delle associazioni cittadine che organizza la manifestazione - in piazza Palazzo e non solo sono entrate decine di scolaresche, una perfino ospite di Bruno Vespa per una puntata di Porta a Porta». È comprensibile invece che le tante proteste di questi giorni - i venditori ambulanti che martedì hanno bloccato la città, gli sfollati cacciati dalla caserma Campomizzi, i dipendenti del comune e gli studenti del tecnico industriale che chiedono «classi antisismiche», tutte testimonianze della falsità del «miracolo aquilano» - preoccupino non poco il sindaco Cialente, il commissario straordinario Chiodi e lo stesso Guido Bertolaso che ha bollato le manifestazioni nel centro storico aquilano come «elettorali». «Non c'è nulla di elettorale o di politico nella nostra richiesta di liberare la città dalle macerie», ribattono dall'assemblea. Anzi, la paura di essere strumentalizzati è talmente grande che anche al sindaco Cialente è stato «vivamente sconsigliato» di «usare l'iniziativa a mo' di placoscenico mediatico, come già avvenuto domenica scorsa». C'è invece voglia di partecipazione, oltre che di riprendersi la città. «I cittadini non si faranno né ricattare né impaurire - spiega Alessandro Tettamanti - hanno solo deciso di fare come fecero i terremotati Friulani: mettersi a lavorare sodo, rimboccarsi le maniche e diventare finalmente protagonisti della ricostruzione del nostro territorio». Ma nell'organizzare il lavoro di domani, i comitati cittadini hanno pensato anche a come salvaguardare al massimo la sicurezza di tutti: un'ipotesi è che i manifestanti siano divisi per gruppi di lavoro e che dall'interno della zona rossa le macerie vengano passate di mano in mano attraverso una catena umana. Quello che invece probabilmente mancherà domani è la promessa legge che dovrebbe riuscire a sbloccare il problema delle macerie mai raccolte: al momento l'unica cosa sicura è che mercoledì prossimo a Roma si riunirà un tavolo ad hoc composto da Regione, Provincia e Comune dell'Aquila, Protezione civile, Ispra e il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo.
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