LIGURIA - «Frane, tutta colpa della cementificazione» 27/02/2010 IL SECOLO XIX
le continue piogge hanno provocato centinaia di migliaia di euro di danni Il sindaco di Bargagli non ha dubbi sulle cause degli smottamenti: «Con le mulattiere non accadeva» mara queirolo
FRANE, SMOTTAMENTI, muri che crollano, strade che sprofondano: un bruttissimo spot di un paesaggio altrimenti splendido, ma che purtroppo poggia su un terreno che più friabile non si può. Questo avviene a Bargagli, Alta Valbisagno, e in misura minore anche a Torriglia, ma le responsabilità non sono certo tutte da addebitare al fato maldestro che ha fatto sorgere il paese su una terra che pare molto incline a sbriciolarsi come una brioche. «Io sono convinto - dice infatti il sindaco di Bargagli, Sergio Aveto - che le responsabilità maggiori siano da cercare nella cementificazione del territorio, avvenuta soprattutto negli anni Sessanta e Settanta. Una volta qui c'erano splendide mulattiere in pietra, che assorbivano le piogge, ora invece l'acqua distrugge tutto». Distrugge e costa carissima: negli ultimi mesi, il comune ha dovuto far fronte a oltre 300 mila euro di spesa per lavori di messa in sicurezza in seguito alle frane, e il maltempo di tutto questo sciagurato inverno non ha certo aiutato. «I problemi più grossi sono in località La Presa, al bivio per Viganego - spiega Aveto - lì abbiamo avuto 3 frane negli ultimi 3 mesi, l'ultima a Natale, quando avevamo già fatto molti lavori, con reti di contenimento, e adesso dobbiamo ricominciare. Poi, sempre nello stesso periodo delle feste natalizie, c'è stato un grosso danno al campo sportivo: è caduto un muro, stava scivolando a valle, e il terreno di gioco è addirittura sprofondato». Tutto da rifare anche qui, quindi, in uno stadio che tra l'altro era stato inaugurato da poco. Si è lavorato in fretta e furia per una prima messa in sicurezza, mettendo dei tiranti per bloccare l'emergenza, ma per rimettere a nuovo la struttura ci vorranno altri lavori assai più complessi, per un totale approssimativo di 120 mila euro di spesa. «Per non parlare poi delle frane cosiddette minori - aggiunge il sindaco - sparse qua e là su tutto il territorio. Ne cito due soltanto: quella in località Caneva, dove è caduto un muro di contenimento della strada, e quella di Cisiano, altro muro che si è sbriciolato. Almeno 10.000 euro di lavori per ciascuna. E ce ne sono altre ancora, piccole frane e smottamenti, per fortuna meno esose, sparse un po' in tutto il territorio del nostro comune». Difficile attingere alle scarne casse municipali e quindi si chiedono finanziamenti. «Sì abbiamo chiesto finanziamenti straordinari per calamità naturale - dice ancora Aveto - per circa 300 mila euro. Ma sappiamo già, visti i fondi stanziati dal governo, che saremo fortunati se ci arriveranno 60 o 70.000 euro. Per questo ci stiamo attivando per un mutuo, i lavori vanno fatti, senza se e senza ma». La ricetta per evitare nuovi disastri, secondo il sindaco è semplice e di naturale buonsenso: prevenzione. «Per esempio - conclude Aveto - sarebbe opportuno fare la raccolta di acque bianche ai lati delle strade, acque che poi andrebbero convogliare nei rivi, e che quindi non farebbero questi gravi danni. Ma ovviamente, i costi sono pesanti». Anche nella non lontana Torriglia ci sono stati problemi: sulla provinciale 62, nella frazione di Laccio, esiste un tratto di strada, e più esattamente quello compreso tra il chilometro 3+450 e 3+550 prima del ponte in direzione Montoggio, che da oltre 20 anni mostrava segni di cedimento, diventati anno dopo anno sempre più pesanti, che avevano portato addirittura all'apertura di un grosso buco sulla carreggiata. È di questi giorni l'intervento - finalmente - della Provincia, che ha assegnato l'appalto alla ditta Asa di Genova: costo totale 200.000 euro, e due mesi di lavori. E l'incubo ventennale dovrebbe sparire.
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