Via Annia: continuano le scoperte
Concordia continua a riscoprire la Via Annia, sia con gli scavi archeologici nel terreno, che trovano conferme fisiche del suo tracciato, sia con gli studi dei documenti d’archivio del Museo Nazionale Concordiese, che riportano alla luce disegni e relazioni inedite sugli scavi ottocenteschi di Dario Bertolini. Il progetto Via Annia Le ultime scoperte sono state illustrate alcuni giorni fa da Alberto Vigoni, archeologo, e da Elena Pettenò, direttrice del Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro, nel corso di un’affollata conferenza in Municipio a Concordia: una prima informazione alla cittadinanza, in attesa di un convegno conclusivo a Padova nella prossima primavera. Il tutto è all’interno del vasto progetto "Via Annia - 200 km di storia, tradizioni, arti e cultura tra terra e mare". L’obiettivo è quello di recuperare e valorizzare l’antica strada romana, che riguarda anche Iulia Concordia, messa in rete con Adria, Padova, Altino ed Aquileia: tutte città del retroterra dell’Alto Adriatico, attraversate dalla medesima strada consolare e collegate al mare da importanti fiumi navigabili. Il progetto ha comportato, lungo tutto il tracciato della Via Annia, la realizzazione di sondaggi archeologici mirati e di riprese fotografiche aeree per documentarne dettagliatamente il percorso. Nelle cinque realtà museali sarà allestita una sala dedicata alla Via Annia, dove saranno esposti reperti e pannelli ed allestite postazioni multimediali. Si prevedono anche una segnaletica turistica specifica ed iniziative scientifico-didattiche. Gli scavi a Levante L’archeologo Vigoni li ha descritti sinteticamente: "Hanno interessato la zona sinistra Lemene di via Aquileia, ad est dell’area del Sepolcreto. Abbiamo riportato alla luce il tracciato della Via Annia: è larga dieci metri, conformata a schiena d’asino, inghiaiata (glareata) e non lastricata con basoli, come invece appare accanto alla Cattedrale. Ad una ventina di metri dalla strada consolare abbiamo riscoperto il muro di fondazione di una grande struttura. Si tratta di un monumento funerario, collocato in un punto privilegiato per la visione, sia dalla strada che dalle mura di Iulia Concordia: ad ottocento metri circa dalla Basilica, nel punto più in elevato della scarpata che delimitava la depressione del fiume". I geologi hanno dimostrato che la città romana ed il preesistente abitato paleo-veneto occupavano un dosso fluviale rialzato, mentre il corso del Lemene era un tempo occupato da un ramo del Tagliamento, che aveva tracciato una vasta incisione sul terreno. Lo scavo ha cosi dimostrato che anche a Concordia la strada romana era accompagnata da una serie continua di aree funerarie. Gli altri scavi Un secondo scavo ha riguardato l’area del Foro di Iulia Concordia, tra le attuali via Spareda e via San Pietro, coincidente questa con la Via Annia ed il decumano massimo della città romana. Il terzo scavo è stato eseguito ad ovest del ponte romano di via San Pietro. E’ stata ritrovato il tracciato dell’Annia ad oltre due metri di profondità. Nei pressi un altro scavo ha riportato alla luce un grande basamento di un monumento funebre, lungo 6 metri, risalente al terzo secolo, composto da 19 blocchi di pietra. Fu spogliato delle staffe in metallo già duecento anni dopo e per questo si sfaldò, ma i blocchi di pietra sono rimasti tutti sul posto, sepolti dalle sabbie delle alluvioni tardo-antiche, quali quella ricordata dallo storico longobardo Paolo Diacono.
Antonio Martin http://www.db.ilpopolopordenone.glauco.it/pls/ilpopolopordenone/v3_s2ew_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=2362
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