PRIOLO Legambiente critica la Soprintendenza Salvo Maccarrone Gazzetta del Sud, 27/07/2004
PRIOLO - Legambiente si pone in maniera critica nei confronti della Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Siracusa stigmatizzando "la sconcertante contradditorietà" di una serie di interventi avviati in questi ultimi mesi nel territorio di Priolo.
Il riferimento di Legambiente va innanzitutto all'autorizzazione concessa allo scavo per la posa delle linee di collegamento petrolifero tra le raffinerie Erg nord e sud, «in un territorio vincolato - scrive con sconcerto il presidente di Legambiente Pippo Giaquinta - per l'alto valore paesaggistico ed ambientale.
In pratica si autorizza ad impegnare un'ulteriore fetta di territorio non ancora compromesso, per gli usi industriali e quindi una tutela che è solo sulla carta e soprattutto si continuano ad autorizzare le cave di estrazione che rendono questo lembo di territorio come un paesaggio lunare, senza pretenderne il ripristino contestuale delle stesse».
Giaquinta fa poi notare «l'abbandono, senza alcuna prospettiva di recupero ambientale, della grande cava al servizio della Sardamag, situata sulla parte sommitale a sud dei Monti Climiti».
L'ambientalista prosegue citando la cava nei pressi della masseria Scrivilleri nelle cui vicinanze insistono delle superbe grotte sotterranee con formazione di stalattiti e stalagmiti che rischiano la dissoluzione a causa delle frequenti esplosioni.
«Abbiamo la sensazione che fra qualche anno non resti nulla da tutelare - commenta Giaquinta - e che questo vincolo sarebbe meglio abolirlo, tanto ognuno fa quel che vuole in dispregio alle normative di salvaguardia».
E fa notare le gravissime questioni dell'autorizzazione concessa al tiro al piattello sui Monti Climiti, in una zona vincolata, la cementificazione del torrente Canniolo e di tantissimi altri.
Infine il presidente di Legambiente passa a criticare i lavori di recinzione avviati dalla Soprintendenza attorno all'abitato preistorico di Thapsos, sulla Penisola Magnisi, realizzati in pietra e cemento con sopra una antiestetica rete metallica.
«Come mai si sostituisce la recinzione al solo abitato di Thapsos e non si sostituiscono le antiestetiche coperture poste a protezione degli scavi - si interroga l'ambientalista - e perché non si protegge tutta l'isola dove è in stato di abbandono la necropoli di Thapsos con le tombe sparse su tutto il pianoro fino al mare? Non sarebbe il caso di bloccare l'accesso all'ingresso delle auto riservandolo ai soli pedoni e perché non c'è nessuna iniziativa per l'eliminazione del pontile Somicem?».
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