MILANO -Le modifiche hanno migliorato il piano per la città del futuro IVAN BERNI MERCOLEDÌ, 02 GIUGNO 2010 LA REPUBBLICA - Milano
I ritocchi apportati al tavolo del negoziato hanno ridotto da 2 milioni a 1,6 milioni di abitanti l´obiettivo di densificazione
Un complesso di modifiche che ha portato, beneficamente, a ridurre l´ambizione annunciata del nuovo Pgt. Ora si parla di una città che punta ad avere un milione e 600mila abitanti, obiettivo ragionevole e persino sostenibile, contro la previsione temeraria di 2 milioni di residenti, dalla quale si era partiti un anno fa. Il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino parla di «riduzione del danno», mutuando la definizione dalla nota strategia di gestione delle tossicodipendenze, ma forse si può riconoscere anche qualche miglioramento nell´impianto complessivo del provvedimento. Non che tutto sia finito in rosa. Resta il gigantesco nodo del Parco Sud, per il quale Masseroli si oppone alla riduzione dell´indice edificatorio da 0,20 a 0,10. E resta il mistero della "perequazione", nebbioso meccanismo attraverso il quale si teme, con qualche buona ragione, una crescita smisurata delle cubature nelle aree di pregio e più promettenti dal punto di vista immobiliare. Il Pd ritirerà gli emendamenti ostruzionistici, lasciando in votazione quelli che, parola di Masseroli, anche il centrodestra è pronto a votare. Questo dovrebbe consentire l´approvazione del Piano urbanistico entro il 28 giugno, data oltre la quale è praticamente impossibile che il provvedimento venga davvero adottato prima della scadenza della legislatura, nella primavera del 2011. L´intesa, tuttavia, non comporta un voto positivo sul Piano – che infatti riceverà il no in aula da tutte le opposizioni – e nemmeno il salvagente della garanzia del numero legale. Insomma, sarà la maggioranza con le sue sole forze a dover approvare il Piano di governo del territorio, com´è naturale in democrazia. Sempre che le sue non compattissime fila resistano alle sirene delle partite del Mondiale di calcio e alla tentazione di qualche resa dei conti interna. Se il quadro, nelle prossime settimane, non muterà, va colto un segnale importante: un Consiglio apertamente snobbato dal sindaco e che, più volte, ha dato prova di scarso impegno civico verso la città, si riscatta mettendo mano alla più importante riforma urbanistica degli ultimi vent´anni. Non è un regalo dell´opposizione a Letizia Moratti e al centrodestra. È una scelta per la città, che l´opposizione ha interpretato pensando anche alla scadenza del 2011 e all´eventualità che la maggioranza cambi di segno. E che l´inquilino principale di Palazzo Marino non sia più Letizia Moratti. Perché fra l´attuale insufficienza di regole e un Pgt pessimo, frutto della sola maggioranza e dettato dagli interessi del mattone, forse valeva la pena di spendersi. Purché se ne renda sempre conto ai cittadini. Con trasparenza, rigore e senza consociativismi.
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