Parte la protesta per salvare l´Ente teatrale RODOLFO DI GIAMMARCO VENERDÌ, 04 GIUGNO 2010 LA REPUBBLICA - Spettacoli
Cinquemila firme e una serie di manifestazioni contro la chiusura dell´Eti. In forse 145 posti di lavoro
ROMA - L´abolizione dell´Ente Teatrale Italiano con il decreto legge del 31 maggio, soppressione avvenuta in una lista che comprende enti per le conserve alimentari, oli e grassi, e merci varie, avrebbe ispirato Ionesco e Campanile. Ma con questo taglio non c´è da scherzare, e la campagna di sostegno all´Eti conta già circa 5000 adesioni (Martone, Emma Dante, Giuliana Lojodice, Bellocchio, Mauri-Sturno, Gifuni, Lo Cascio, Baliani, Lombardi-Tiezzi...). S´è pensato a un casuale taglio contro un ente pubblico culturale - non "salvato" come il Centro Sperimentale di Cinematografia - ma al Gr1 il sottosegretario Giro ha accusato ieri l´Eti di non fare ricerca («Basiamo tutto su progettualità e promozione di nuovi talenti e magisteri del teatro» risponde il direttore dell´Eti Ninni Cutaia), e di spendere, su 11 milioni annui, 9 milioni e mezzo per il personale («Gli stipendi ammontano a 6 milioni e mezzo» ribatte il presidente Giuseppe Ferrazza). Ora si spera che entro 60 giorni lo salvi un emendamento. «Io mi sono formato con l´Eti che operava il decentramento - riflette Toni Servillo - e che ha sempre favorito nuove compagnie e realtà regionali. Senza, ci sarà un buio piatto». Il Teatro Valle di Roma, la Pergola di Firenze e il Duse di Bologna, in carico all´Eti, sarebbero gestiti dal Ministero dei Beni Culturali, che assumerebbe 28 dipendenti pubblici dell´ente, non si sa cosa accadrà dei 145 con contratto privato. Lunedì sono previsti un raduno a piazza Navona e una serata al Duse di Bologna, martedì una protesta alla Pergola di Firenze e mercoledì al Valle di Roma.
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