SIRACUSA - Una pacifica marcia di protesta per salvaguardare Punta Mola 06/06/2010 LA SICILIA - SIRACUSA
«Bisogna fermare il progetto speculativo - ha detto il consigliere provinciale Acquaviva - per il devastante impatto sul paesaggio»
Quel che sta per avvenire ha i contorni di una catastrofe, peraltro concepita scientemente, dunque annunciata. Parliamo dell'edificazione di un villaggio turistico e di un numero spaventoso di abitazioni private in zona a ridosso della riserva Plemmirio, tra Punta Mola e Punta Tavolo. Ieri mattina, proprio a Punta Mola, costa tra le più intense, fragili e vincolate, hanno spiegato i termini dell'ennesima offesa pubblica rappresentanti delle associazioni Grilli Aretusei (Andrea La Monica), Natura Sicula (Fabio Morreale), centro studi Davide contro Golia (padre Rosario Lo Bello), Legambiente (Paolo Tuttoilmondo), Plemmyrion (Marcello Lo Iacono); presenti inoltre il consigliere provinciale Alessandro Acquaviva ed Ettore di Giovanni di Sinistra Ecologia e Libertà. Un progetto che, come ha ben spiegato Paolo Tuttoilmondo di Legambiente, rientrebbe in vecchie prescrizioni del Prg, per intenderci quelle che adottò una certa politica, la politica del sacco di Siracusa. Malgrado negli anni le stesse prescrizioni, che inserirono zone come punta Mola o Punta Tavola nel Prg, siano state ridiscusse alla luce del vincolo paesaggistico imposto dalla soprintendenza in quell'area o dell'istituzione dell'area Marina Protetta. Non è servito a molto evidentemente. «L'area rientra nel Sic, sito di interesse comunitario - spiega Morreale - Tutti i progetti dentro il Sic devono essere soggetti a valutazione di incidenza strategica e, se il progetto lede qualcuna delle specie individuate dal formulario del Sic, può non essere approvato». Non c'è stata alcuna valutazione, per inciso. A Punta Mola, siamo in area archeologica oltretutto (ci sono necropoli, fornaci, latomie, terraie), c'è una forte presenza di archeologia bellica (vedi case matte), c'è un'immenso ecosistema costiero che è in sinergia con quello marino. «Non si può tutelare quest'ultimo - ha aggiunto Morreale - e calpestare il primo». Padre Rosario Lo Bello ha osservato: «Il sito, tra Punta Mola e tutta la costa, deve essere salvaguardato a motivo della fauna e anche per un fatto economico». «Abbiamo chiesto sei varianti al Prg - afferma Andrea La Monica dei Grilli Aretusei - ora attendiamo risposte chiare e veloci. E' pericoloso quanto affermato dal sindaco che ha detto: fino a quando non ho proposte, faccio passare tutto quel che è previsto nel Prg. Non è un mero esecutore. Ancora non abbiamo capito qual è l'indirizzo della sua Giunta, quale posizione vuole prendere». «Bisogna assolutamente fermare il progetto speculativo - ha rimarcato il consigliere provinciale Alessandro Acquaviva - per il devastante impatto sul paesaggio, ma anche per una questione economica. Il modello turistico del villaggio è un modello fallimentare, incompatibile con il modello cosiddetto diffuso (b&B, agriturismi). Il primo tende a capitalizzare la domanda, lasciando briciole al resto; il secondo è quello più giusto, che rispetta il nostro patrimonio». «Questa cementificazione non serve al nostro sviluppo economico - ha ribadito Ettore Di Giovanni - basti pensare ai risultati del villaggio all'Asparano». Punta Mola rappresenta ancora l'inviolabilità dei nostri diritti, la natura, il mare incontaminato, i percorsi di erbe aromatiche, gli odori, gli ultimi rimasti su cui incombe l'ennesimo crimine. Veronica Tomassini
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