Manovra, l’ora delle proteste. Artisti in Piazza Navona contro la sforbiciata alla cultura MARTEDÌ, 08 GIUGNO 2010 IL TIRRENO - Attualità
L’Anci: saltano i pasti dei bidelli. Marcegaglia: chi contesta i tagli è contro il Paese
ROMA. Tagliata la cultura, ma anche la scuola. E nella scuola tagli anche alle mense: ai pasti dei bidelli che restano al lavoro per aiutare i bambini a mangiare, e - si teme - agli stessi alunni. L’allarme viene dall’Anci, l’Associazione Comuni d’Italia. L’attacco alla scuola è stato l’oggetto di un presidio sindacale davanti al ministero. Intanto il Pd sta studiando uno o più emendamenti alla manovra per chiedere un ritocco della prima aliquota Irpef e di fissare al 20% l’aliquota sulle rendite finanziarie, con l’esclusione dei titoli del debito pubblico. La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia approva le proposte sulla semplificazione ma chiede anche altri provvedimenti «che si possono fare subito: la conferenza dei servizi, gli sportelli unici, il piano casa, la liberalizzazione del mercato». E avverte: chi protesta contro i tagli fa una cosa contro il Paese e il governo deve resistere ai tentativi di ridurne la portata. C’è poi l’ipotesi di condono edilizio che continua a sollevare perplessità nella maggioranza dove tra i contrari ci sono il ministro Frattini e il viceministro Urso. «La cultura è un diritto», «La cultura è una risorsa» e ancora: «Prima bruciavano i libri, ora tocca ai teatri». Questi gli slogan che ieri hanno accompagnato in piazza Navona la manifestazione nazionale contro i tagli previsti alla cultura dalla manovra e dal decreto Bondi. Sotto un sole rovente numerosi gli artisti venuti a protestare. Da Nanni Moretti a Moni Ovadia che ha parlato di «gravissimo attacco alla vita di questo Paese» perché «chi disinveste sulla cultura uccide l’economia e odia i giovani». Da Ascanio Celestini per il quale «questo progetto di legge non è fatto per azzerare la cultura, ma per renderla una merce e quindi appannaggio solo di chi avrà la possibilità di comprarla». A Renato Zero: «Questi tagli sono un’eresia formidabile». Altre proteste a Napoli, Firenze, Torino. A Milano in piazza della Scala c’era una cartolina gigante indirizzata al ministro dei Beni culturali Bondi che ha replicato: «Non dobbiamo chiedere più soldi per la cultura perché la crisi della cultura non dipende dai finanziamenti. Ci sono molti sprechi su cui interverrò con forza». (m.v.)
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