ROMA: Crypta Balbi ecco le novità dopo i restauri Adriano La Regina La Repubblica 21-AGO-2004
E' ormai finito il restauro del prospetto esterno degli edifìci che su'via delle Botteghe Oscure formano un isolato sorto sugli imponenti resti architettonici della Crypta Balbi, tra via Caetani e via dei Polacchi.
Con la ripresa dei lavori ai primi di settembre, quando verranno smontati i ponteggi, la strada apparirà impreziosita dalla facciata di un palazzo medievale rinvenuta sotto una coltre di intonaco del primo Novecento.
È peraltro da poco aperto al pubblico un nuovo percorso sotterraneo che consente di vedere anche la parte inferiore di una torre costruita intorno all'anno 1100.
La facciata di cui è stato possibile il recupero appartiene ad un edificio del XII secolo costruito con mattoni asportati da strutture antiche, probabilmente della Crypta di Balbo, e murati con l'eleganza propria delle maestranze del Medio Evo avanzato.
Mantiene chiaramente leggibili le tracce delle finestre originali, tamponate e sostituite da quelle rinascimentali, il palazzo è costituito da più corpi di fabbrica e ingloba tra l'altro due torri, non visibili dall'esterno, di cui una conservata su due livelli fino all'altezza del primo piano dell'edificio che si affaccia sulla via delle Botteghe Oscure.
Balbi originariamente costituito da una grande piazza delimitata dal porticato quadrangolare retrostante il teatro di Balbo, il terzo teatro di Roma antica in ordine di grandezza dopo quelli di Pompeo e di Marcello,ha sede il museo dedicato a Roma nella Tarda Antichità e nel Medio Evo.
È questo il settore più recente del Museo Nazionale Romano, che si è aggiunto a quelli delle Terme di Diocleziano, di Palazzo Massimo alle Terme e di Palazzo Altemps.
Si tratta di un monumento-museo molto particolare, perché illustra la vita di Roma dall'età antica a quella moderna mediante la documentazione archeologica in parte raccolta nello scavo della stessa Crypta.
La percezione delle trasformazioni subite dal paesaggio urbano nel corso dei secoli è resa immediata dalla successione dei livelli archeologici accuratamente scavati, delle relative fasi edilizie messe in evidenza conirestaurie da un apparato didattico partìcolannente efficace.
Lavori sistematici di scavo furono avviati in quest'area dalla Soprintendenza archeologica nel 1981, dopo indagini preliminari e studi, per iniziativa e con la partecipazione di Daniele Manacorda, allora professore di archeologia nell'Università di Siena ed ora a Roma.
Notevolissimo è stato l'impegno scientifico posto nell'espletamento di ricerche particolarmente complesse, con l'impiego di metodi di indagine stratigraflca anche nello studio delle strutture architettoniche conservate in elevato. All'organizzazione scientifica, con una straordinaria partecipazione di studiosi, tra i quali Paolo Delogu, Guglielmo Cavallo, Lidia Paroli, Gabriella Maetzke e tanti altri, attende ormai da anni l'archeologa Laura Vendittelli, mentre la progettazione architettonica ed i lavori di restauro si devono all'architetto Maria Letizia Conforto, entrambe della Soprintendenza archeologica.
I risultati delle ricerche e la destinazione degli edifici della Crypta Balbi a funzioni culturali hanno ovviamente guidato le operazioni di restauro e di reintegrazione delle parti distrutte negli anni Trenta, quando si cominciò a demolirel'intero isolato perfare spazio ad una nuova costruzione destinata ad ospitare uffici, che però non venne mai realizzata.
Nel 1983, dopo l'imposizione del vincolo archeologico, il compendio venne donato allo Stato dall'Ufficio Italiano dei Cambi per l'espletamento dei compiti di indagine e di valorizzazione da parte della Soprintendenza archeologica.
Negli edifici ove il restauro è già avanzato verrà ampliato il museo con nuove sale per l'esposizione di materiali di epoca medievale.
In un settore in cui i lavori cominceranno nel prossimo autunno sarà invece allestita una piccola sala per concerti, con la capienza di oltre duecento posti, che verrà resa disponibile per losvolgimento di manifestazioni culturali d'intesa con le istituzioni musicali.
Il museo ospita importanti dipinti parietali altomedievali appartenuti a Santa Maria in via Lata; a Sant'Adriano, la chiesa che papa Adriano amico di Carlo Magno aveva istituito nella sede del senato al Foro Romano; a Santa Martina, ora Santi Luca e Martina al Foro Romano.
Ospita però anche una gran mole di docu mentazione proveniente da scavi archeologici dell'ultimo quarto di secolo, eseguiti con i più avanzati criteri scientifici.
Oltre a quelli della Crypta Balbi, naturalmente, vi sono materiali dell'area retrostante il Tempio di Saturno al Foro Romano, ove sono stati trovati importanti resti di epoca altomedievale e medievale, tra cui una domus di età carolingia allineata lungo il vico Iugario. Si riflette insomma nel museo della Crytpa Balbi il risultato di ricerche quanto mai intense e metodologicamente raffinate svolte nell'intero contesto urbano e suburbano. Gli scavi eseguiti sul Palatino (horti Famesiani) anche dalla Scuola Francese (vigna Barberini), sul Celio (basilica Hilariana), sull' Esquilino da Clementina Panella dell'Università di Roma (porticus Liviae), sull'Aventino, a Trastevere (conservatorio di San Pasquale), a Lungotevere Testacelo (porto fluviale), sotto palazzo Altemps (casa tardoantica), a villa Rivaldi con Filippo Coarelli dell'Università di Perugia, e così via, hanno permesso di delineare le fasi taropantiche, altomedievali e medievali di interi quartieri della città o di insigni complessi monumentali quali il Colosseo e i Fori Imperiali, ove sono tuttora in corso importanti lavori del Comune di Roma.
Basti qui ricordare, a mo' di esempio, i risultati di straordinario interesse per la conoscenza della storia del Celio, ove sono stati portati alla luce resti di case dell'aristocrazia senatoria della tarda antichità: vi compaiono nomi illustri come quelli dei Simmaci e dei Valeri.
Altri dati rilevanti per la conoscenza delle fasi paleocristiane e medievali sono venuti dalle indagini svolte nelle chiese dalla Soprintendenza archeologica o in collaborazione con altre istituzioni scientifiche, quali'ad esempio il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana: San Clemente, Santo Stefano Rotondo, San Giuseppe dei Falegnami (Carcere Mamertino), Santa Croce in Gerusalemme, Santa Susanna, San Marco. Un grande contributo alla conoscenza di aspetti di interesse storico e artistico è provenuto dal restauro dei complessi pittorici di S. Maria Antiqua, dell'oratorio dei Quaranta Martiri, e della rotonda del Tempio di Romolo, tutti al Foro Romano.
Gli interventi nel suburbio non sono stati da meno, a cominciare dai santuari costantiniani sui quali si è lavorato in collaborazione con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra: il mausoleo di S.Elena, il cimitero di Zotico sulla antica via Labicana, l'attuale Casilina, e l'ipogeo di Trebio Giusto sulla via Latina.
Si è inoltre lavorato nella basilica di Sant'Agnese e nelle catacombe ebraiche di Villa Torloniasulla via Nomentana; nel castrum Caetani e nel ninfeo della villa dei Quintili sulla via Appia; nella torre di Castiglione a Gabii sulla via Prenestina; sull'arco di Malborghetto posto a cavallo della antica via Flarninia, eretto dopo la battaglia di Saxa Rubra, a quanto sembra per celebrare la visione costantiniana della croce con il motto "in hocsignovinces". Tralafine della città antica, con la crisi della guerra gotica nel VI secolo, e la formazione-della città moderna nella rigogliosa ripresa rinascimentale, Romasubìper almeno ottocento anni lente e incessanti trasformazioni.
Sarebbe impossibile comprendere da una parte gli strettissimi rapporti di continuità e dall'altra le sostanziali divergenze esistenti tra l'attuale tessuto urbano e quello antico, se non si affrontasse il compito di studiare cosa sia avvenuto a Roma in quel lunghissimo periodo storico che noi chiamiamo Medio Evo.
È in gran parte un risultato di quei tempi la mirabile armonia dell'attuale paesaggio urbano di Roma con la convivenza dell'antico e del moderno: si pensialPantheon ed al suo contesto difficilmente concepibile senza la mediazione delle trasformazioni di età medievale.
Insomma, nel museo della Crypta Balbi si può comprendere come Roma sia cresciuta sulle sue stesse antichità, e di esse si sia alimentata nel suo sviluppo. In forma attuale questo processo è tuttora in corso: la conoscenza della città antica contribuisce infatti a farci immaginare ogni possibile e migliore trasformazione di quella in cui viviamo.
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