Il turismo d’arte non decolla Costi alti per i beni culturali Mercoledì 09 Giugno 2010 PROVINCIA Pagina 29 L'ARENA
VILLAFRANCA. Il Comune fa i conti con gli introiti degli affitti di proprietà storiche. Spesso non coprono le spese
La torre e il museo non attirano e hanno prodotto solo 856 euro Va meglio per i matrimoni nella cantoria della chiesetta
I beni culturali a Villafranca costano e non pagano. Il turismo è lungi dall’essere un’entrata interessante del bilancio comunale. La città, quindi, in tempi di magra, non può guardare ai suoi gioielli come possibile fonte di introiti. «Castello e palazzo Bottagisio portano solo costi», scuote la testa l’assessore al patrimonio Luca Zamperini. «Nel 2009 abbiamo introitato una somma maggiore del 2008, ma sono cifre minime». Gli spazi aperti, utili ad ospitare eventi, coprono a malapena le spese di gestione. Si comincia col castello scaligero. La torre è oggi visitabile e staccando un biglietto di quattro euro (due per le comitive) è possibile vedere Villafranca dall’alto e visitare il museo del Risorgimento, a palazzo Bottagisio. L’idea ancora non attrae. Nell’ultimo anno, da quando cioè è partita l’iniziativa, sono stati venduti 367 biglietti, quasi tutti per comitive. Il totale, “ben” 856 euro, è stato introitato nel bilancio comunale, nel capitolo “entrate”. L’iniziativa non grava con spese di personale specializzato in turismo: «Le visite guidate al museo sono possibili per la buona volontà, gratuita, di Maurizio Grazia e Nazario Barone», spiega l’assessore alla cultura Maria Cordioli. «Le prenotazioni, invece, le raccogliamo all’ufficio cultura, non disponendo di un ufficio turistico stabile». Rimangono le spese del personale della cooperativa Spazio 11, che si occupa di aprire e chiudere le stanze, staccare i biglietti e fare sorveglianza, anche per i matrimoni civili. Per 16,20 euro l’ora, più Iva. Non porta denaro neppure la cinta muraria: per i concerti con artisti di caratura internazionale, organizzati dalla società Eventi, il Comune non prende un centesimo: «Ci viene corrisposta una quota per coprire le spese di pulizia, la cauzione, il ripristino e la sistemazione del castello a manifestazione conclusa. Per il resto, Villafranca guadagna esclusivamente in promozione dell’immagine turistica», spiega Gianni Faccioli, assessore alle manifestazioni. Nel 2009, gli eventi di privati e attività commerciali o ricettive del territorio che hanno richiesto in affitto il castello hanno fruttato 14.380 euro, comprensivi anche del noleggio transenne e gazebo. Quest’anno, l’entrata maggiore, sinora, è stata quella del Villafranca festival: 3.189 euro. Essendo patrocinato dal Comune e avendo lo scopo di promuovere il territorio, ha usufruito dello sconto del 50 per cento sull’affitto. La cifra piena è 1.500 euro al giorno, per i privati. L’altro introito proviene dalla cantoria della chiesetta del Cristo, dove si celebrano i matrimoni civili. Nel 2009 sono stati cinque; nei primi mesi del 2010 già 14, di cui quattro fuori dall’orario d’ufficio, quindi pagati al massimo della quota: 530 euro. In tutto sono finiti nelle casse comunali circa 5.400 euro. «L’iniziativa non va considerata come un’occasione per fare cassa», spiega Cordioli, «punta alla promozione di Villafranca e il messaggio comincia a passare». La rassegna teatrale Farsatirando e il cinema all’aperto non portano entrate nelle casse comunali e per la loro realizzazione il Comune affronta una spesa di 33mila euro. Il Bottagisio non è utilizzato ancora per i matrimoni civili e attende il masterplan che indicherà come sfruttare al meglio ogni spazio. Resta, infine, l’auditorium. Nel 2009, è stato richiesto per 23 eventi, e 16 nei primi cinque mesi del 2010. Anche in questo caso, la cifra è di qualche migliaio di euro e concorre alla copertura delle spese di gestione.
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