SAN VINCENZO (Livorno) — Una marina tutta nuova, col gigante Claudio Passiatore corriere fiorentino 13 giu 2010 Firenze
Oggi l’inaugurazione del porto e della statua di Talani alta sette metri
Dopo 4 anni e mezzo dall’inizio dei lavori, sembra proprio tutto pronto. Oggi pomeriggio, alle 18.30, verrà inaugurato il nuovo porto, la Marina di San Vincenzo. Con le sue 8 banchine galleggianti che guardano alle isole dell’arcipelago, ideale punto di partenza per una puntatina in Corsica, il porto è concepito per imbarcazioni da 7 a 27 metri (con posti dotati di allaccio ad acqua ed elettricità). Uno spazio che può accogliere yacht di discrete dimensioni (i fondali vanno dai 4,5 ai 3 metri) senza dimenticare gli amanti delle barche a vela. Una struttura in grado di offrire una vasta gamma di servizi, compreso un cantiere navale con gru da 80 tonnellate. Una vera e propria «cittadella del mare» con uffici, negozi per ricambi, servizi di assistenza nautica, un capannone coperto attrezzato per il rimessaggio e lavori di manutenzione e riparazione. Realizzato dalla Sales con un investimento di 32 milioni di euro, l’approdo verrà gestito per 26 anni dalla Marina di San Vincenzo, società dello stesso gruppo romano specializzato nelle costruzioni marittime. Il progetto non ha avuto vita facile. Alcuni ritardi nella realizzazione delle strutture e un ricorso al Tar, hanno allungato i tempi di consegna previsti per febbraio.
Oggi verrà inaugurata anche la statua di Giampaolo Talani «Il Marinaio», opera in bronzo alta sette metri e pesante venti quintali. «Mi hanno chiesto di creare un simbolo e non potuto non pensare al marinaio», ha spiegato l’artista sanvincenzino. L’opera, posizionata all’ingresso del porto sul molo di sopraflutto, verrà «scoperta» nel pomeriggio dall’autore e dal sindaco di San Vincenzo Michele Biagi che, per l’occasione, arriverà sulla diga con una patino a remi. anche un comitato. «Non crediamo che per un imprenditore sia un buon investimento perché tutto l’edificio ha necessità di ingenti lavori di ristrutturazione — spiega Walter Botti, portavoce del costituendo comitato— Ha invece un grande valore per la nostra comunità». Giacomo Luppichini consigliere comunale di minoranza (A Sinistra per Rosignano) chiede un intervento della Regione e della Provincia. «Proponiamo, a fronte di un progetto culturale, che il bene rimanga pubblico e nella disponibilità della cittadinanza», sottolinea.
La paura non è legata alla possibilità di trovarsi di fronte a un multisala o a un cambio di destinazione d’uso (impedito dagli strumenti urbanistici e dai vincoli architettonici sull’immobile). I fruitori del teatro temono piuttosto l’arrivo di uno speculatore pronto a investire per poi rivendere. Ma di che cifre parliamo? Nella sede operativa della Solvay, che per fare cassa ha avviato una politica di alienazioni, c’è il massimo riserbo. «Noi abbiamo solo un’idea di quanto possiamo realizzare», è il laconico commento del responsabile delle relazioni esterne della società. In verità, qualcuno una stima l’ha azzardata: «Per il teatro, si parla di 3-5 milioni di euro, ma sono solo voci», spiegano dal comitato.
E mentre si avvicina la prima scadenza per la presentazione delle manifestazioni di interesse, l’amministrazione comunale temporeggia. «Il Comune non può partecipare al bando, ma ci sentiamo comunque i primi interlocutori per un eventuale trattativa— dice il sindaco di Rosignano Alessandro Franchi — Quando avremo una stima precisa potremo capire meglio e fare le nostre valutazioni». A meno che non sia troppo tardi.
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