BOLOGNA - Civis-People mover, il gioco dell’oca delle opere fantasma corriere di Bologna 13 giu 2010 Bologna
Una è a metà del guado, l’altra deve ancora partire Tra ritardi, ricorsi, modifiche. Chi arriverà prima?
Incidenti di percorso Il filobus è stato contrastato da comitati e burocrazia, il trenino stazione-Marconi da dissidi politico-economici
Da pagina 1 Convogli fantasma. Eterni incompiuti. Promesse mancate. Comunque li si etichetti, alla fin fine il succo non cambia: se ne parla da anni, ma di loro non c’è ancora l’ombra. E il paradosso sarebbe vedere il primogenito, il filobus che collegherà San Lazzaro alla stazione, venir superato in corsa dal fratello minore, il «trenino» pensato per collegare l’aeroporto alla stazione. Civis e People Mover: forse le prime infrastrutture che vedranno la luce a Bologna dopo anni di vuoto. Eppure la corsa, sebbene iniziata, è stata ed è una corsa a ostacoli per entrambi, nonostante le due opere abbianno avuto una genesi molto diversa.
L’«embrione» del Civis fu concepito in seno alla giunta Vitali all’inizio degli anni Novanta. All’epoca si pensava a un tram su rotaia che fu trasformato, dal successore Guazzaloca, in un tram su gomma. E dal cambiamento strutturale si passò al cambiamento di tragitto sotto Cofferati. Quindi ad altri aggiustamenti, già a lavori in corso, sotto la brevissima giunta Delbono. Un’evoluzione continua e incessante, quella del Civis, interrotta a più riprese dagli inghippi burocratici dovuti alla mancanza di feeling istituzionale tra Comune e Soprintendenza. A cui si è aggiunta l’ostilità dei comitati di cittadini che hanno tentato tutte le strade per bloccarlo, comprese quelle legali. Siamo nel 2010, forse vedremo i primi filobus circolare nel 2012. Sempre che gli autisti accettino di guidare un mezzo che ritengono poco sicuro.
È stato più osteggiato nelle «stanze del potere», invece, il People Mover, un «figlioccio» dell’ex premier Romano Prodi che un giorno, quando il sindaco di Bologna era Cofferati, buttò lì l’idea di una navetta che collegasse l’aeroporto alla stazione. Detto, fatto. Cofferati fece il bando, sembravano tutti entusiasti, ma il bando andò deserto: segno di un «braccio di ferro» silenzioso tra l’amministrazione e i costruttori. Nel 2008 si rifece il tentativo con un bando più accomodante verso i costruttori: buona la seconda. Gli intralci, per ora, sono stati quindi più politici che pratici. Fatto sta che i lavori, che dovevano iniziare nel 2010, slitteranno a inizio 2011 e si presume finiscano nel 2013. Ma adesso il «trenino» si troverà di fronte allo scoglio-gestione: non si sa ancora se pubblica o no. Superato quello, potrebbe anche accelerare la sua corsa. A quel punto chi arriverà prima al traguardo dei due convogli fantasma?
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