MANTOVA - Elkann? «Non può fallire». Parla Sgarbi: e Voceri va benissimo come presidente STEFANO SCANSANI GAZZETTA DI MANTOVA - 16 giugno 2010
Elkann a capo del comitato scientifico del Te? «Ottima scelta». Voceri lascerà la presidenza? «No, va benissimo». Le dimissioni di Settis? «È un grande amico. Anche lui dice che la scelta di Elkann è ottima». Parole di Vittorio Sgarbi che con Mantova ha un fortissimo legame e alcuni conti in sospeso.
Il rapporto, bruscamente interrotto nel quinquennio della Brioni, ora si rigenera. “Non ho condiviso la battaglia del Fai su Lagocastello. E la mitologia della Brioni paladina è inesistente”. Sgarbi fa il sovrintendente a Venezia e il suo collaboratore Elkann si accinge a guidare tecnicamente il Centro Te. Pochi chilometri. Moltissimi gli attributi in comune fra i due uomini: area politica, habitat sociale, salotti frequentati, imprese professionali, relazione fraterna. Intercettiamo Sgarbi a Roma, dove partecipa a una conferenza con Oliviero Toscani. Al telefono ci dice che ha appena visto Settis. «Mi ha detto che la scelta di Elkann è ottima. E sei lui era l'uomo di fiducia della Brioni, il sindaco Sodano può scegliere Elkann come suo uomo di fiducia». Le notizie sulle prospettive di Palazzo Te arrivano di rimbalzo via-Sgarbi: «Però, credo, che Sodano abbia sovrapposto il ruolo del presidente con quello del capo del comitato scientifico... E mi ha detto Settis che ha sollecitato gli altri componenti a non rassegnare dimissioni». C'è infatti in ballo la grande mostra bis su Giulio Romano, nel 2012. Il cantiere è avviato. L'ex sottosegretario ai beni culturali confida, annuncia. ripete di aver telefonato in ora notturna a Sodano per le ampie felicitazioni: «Gli ho suggerito di non sostituire Voceri alla presidenza, perché un uomo lucido e lavora davvero per il Palazzo e per Mantova». E quale dovrà essere - sempre secondo Sgarbi - il primo obietivo di Elkann? Risposta immediata: «Intanto non può fallire, partendo dal concetto che non è la competenza specifica. ma la caoacità di farc funzionare la macchina, a co stituire la differenza, a giustificare la scelta caduta su Alain. Bisogna far tornare il Te a quello che è stato fino al recente passato. La tenuta più bella del nord Italia deve tornare ai fasti di qualche anno fa. E io darò tutto quello che potrò per questa causa». Allora vedremo Sgarbi come una volta, spesso e volentieri in riva al Mincio, a partecipare alle imprese culturali mantovane? La provocazione è come un cerino. Non ci pensa un attimo. Sgarbi parte, s'accende: «A Sodano ho fatto le mie congratulazioni per la vittoria contro la Brioni. Dico che la mitologia della Brioni paladina è inesistente». Il critico si riferisce alla questione Lagocastello e alla mobiitazione ambientale nazionale che ne sortì. «Non ho condiviso la battaglia del Fai alleato della Brioni. Ci sono orrori ben più gravi, e quello di Lagoscastello non è il punto di vista del Mantegna nella Morte della Vergine». A quanto pare Sgarbi è bene informato sulle vicende politico-amministrative indigene. «Sodano ha battuto la Brioni. Bravo. ha reso inutile l'atteggiamento di Zaniboni. La sua è stata una limpida vittoria». L'interlocutore non si tira indietro quando gli ricordiamo che il suo rancore nei confronti dell'ex sindaca Pd forse deriva dal fatto che lei disse no all'esposizione al Te della collezione privata del critico. «Mi confermò che si poteva fare. Ma poi non l'ho più vista e neanche sentita. Il suo è stato un atteggiamento insolente e insopportabile. Quella mostra ora gira l'Italia». E che ne pensa della mostra bis su Giulio Romano? «Non ho capito. Mi pare che l'abbiano già fatta nel 1989».
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