NAPOLI — Motivazioni del Tar: ecco perché al Madre si può anche ballare corriere del mezzogiorno 17 giu 2010 Napoli
Il Tar della Campania ha accolto il ricorso presentato dalla fondazione Donnaregina per le Arti contemporanea. In pratica il ricorso del Museo Madre avanzato nell’ambito della querelle relativa all’utilizzo degli spazi museali per eventi serali, partita con i blitz della polizia municipali. Spazi per i quali — dice la sentenza — c’è una agibilità certificata dai vigili del fuoco non vincolabile all’attività museale piuttosto che ad una attività di intrattenimento. Una delle serate danzanti al Madre; dopo il blitz dei vigili il Museo ricorse al Tar che gli ha dato ragione
Ricostruisce la vicenda Edoardo Cicelyn, direttore del Madre, ricordando che «il verbale della commissione di vigilanza redatto dopo il sopralluogo dell’aprile 2009 con esito favorevole per il museo conteneva la prescrizione della non contemporaneità. Nonostante la mia opposizione in sede di sopralluogo e verifica dello stato dei luoghi e dei documenti richiesti— ricorda— sia i vigili urbani, sia l'ingegner Capuozzo del Comune ritennero tale prescrizione necessaria. A nulla valse la mia obiezione sull’illogicità del provvedimento, visto che le norme speciali che regolano la discoteca sono ovviamente scritte per la discoteca. Mi venne risposto che, insistendo, rischiavo solo di ottenere la prescrizione di eseguire in tutto il museo i lavori di messa in sicurezza suppletiva realizzati nella sala polivalente».
Nel 2009 per il Madre è stato lanciato un appello via internet e raccolte molte firme anche dall’estero— alcune di rango— che chiedevano l’abolizione di questa prescrizione, poi è arrivata la sentenza del Riesame che sostiene che il museo ha subìto una persecuzione politica e con la quale viene restituto l’uso della sala. «A ottobre parte il ricorso al Tar e oggi arriva la sentenza che abroga il divieto alla contemporaneità dell’attività di discoteca con quella museale. Anche il Tar — osserva il direttore— scrive che l’autorità aministrativa è andata oltre il lecito, osservando che si trattava evidentemente di scelte di politica culturale più o meno condivise».
Cicelyn resta imputato in un processo che si aprirà il 20 settembre, dove è accusato del reato di discoteca abusiva.
|