Musei, allo Stato la regia ai privati la gestione Bruno Villois LIBERO quotidiano Milano 26 ago 2004
Il Sole 24 Ore 26-AGO-2004
CULTURA & BUDGET Le gravi problematiche del disavanzo dei conti pubblici spingono il Governo ad effettuare tagli alle spese correnti per il triennio 2005/2008 di oltre 17 miliardi di Euro.
Un importo così grande richiede ad ogni soggetto decisore pubblico un ridimensionamento dei costi di esercizio.
Il Ministro dei Beni Culturali Giuliano Urbani, ha lanciato un sos, per il rischio tagli al ministero, minacciando la possibile riduzione delle aperture e a volte la chiusura di musei e siti archeologici.
Il nostro patrimonio artistico ci è invidiato dal mondo intero e un programma restrittivo avrebbe gravi ripercussioni sulla bilancia turistico-attrattiva e sulla credibilità dello Stato.
Il turismo e l'insieme di arte, architettura e paesaggio possono essere componenti essenziali di una risposta alla congiuntura sfavorevole e diventare perno del rilancio.
Che il nostro sistema museale e culturale funzioni poco e male, in confronto al patrimonio di cui disponiamo, è cosa conosciuta e va indietro negli anni. Esiste una ingessatura strutturale, con pòsizioni rigide nella conduzione e gestione dei musei.
Gli orari di apertura, la mancata costituzione di un net work dell'arte che colleghi i principali siti e ne pubblicizzi programmi e iniziative, l'utilizzo dell'on-line per prenotazioni e vendita dei biglietti, sono alcune tra le più evidenti lacune.
Il periodo che stiamo vivendo richiede, viceversa, che ogni cosa, compresi musei e siti d'arte, venga continuamente attualizzata, innovata, aggiornata. Molte responsabilità sono dovute alla cultura di sinistra che ritiene, il patrimonio artistico un bene da conservare in naftalina, e impedisce qualunque modernizzazione. Le altre nazioni non solo hanno accelerato e innovato ma hanno anche creato mappe attrattive di grande importanza per una efficace immagine e attivato autonomie gestionali del sistema artistico museale.
Caro Ministro, Lei che è autorevole e competente componente di un governo liberista, per la conduzione e gestione dei siti e musei, liberalizzi ai privati.
I servizi di prenotazione e vendita biglietti, la ristorazione, la sorveglianza e la pulizia vanno tutti assegnati a imprese con l'obiettivo di rispondere ai costi con adeguati ricavi. L'opposizione vetero culturale griderà allo scandalo, ma l'effetto sarà certamente più visitatori, qualità, attrazione.
Si guardi la conduzione del piccolo E Gugghenein di Venezia e la si confronti con qualunque competitors museale pubblico.
Nel gioiellino americano, c'è un'altra organizzazione e spirito operativo, c'è impegno, cortesia, partecipazione. Tutte componenti che diffìcilmente si trovano, nelle sedi pubbliche.
II problema semmai, è il tempo per far partire un così grande e ambizioso progetto.
Le Camere di Commercio possono essere il soggetto adeguato.
Sono organizzate, efficienti e interessate all'accelerazione della ripresa. Sono presenti in tutti i capoluoghi di provincia, dispongono di una rete informatica che collega i 100 enti camerali.
Nello scopo sociale hanno l'obiettivo di essere protagonisti dello sviluppo, con il coinvolgimento di tutte le realtà produttive del territorio. Negli anni hanno costituito aziende spot per dare efficacia a tutti gli aspetti organizzativi gestionali loro assegnati.
Un soggetto perfetto per una svolta epocale. Tutto 1 apparato commerciale dei musei e siti venga conferito in gestione alle Camere di Commercio.
Lo Stato mantenga solo la regia dell'insieme artistico e conferisca risorse in rapporto a capacità ed efficienza. Si distingua il ruolo tra chi presiede alla cultura e chi deve gestire il business.
Il governo può dare una svolta alla potenzialità dell arte. E' un atto indispensabile e urgente. Il rinvio e la lamentela di scarse risorse non serve e non produce. Adessoèoradi fare e ci sono le condizioni per riuscirci.
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