Federalismo demaniale, il bluff - Il Comune acquisisce immobili, ma da Roma tagliano fondi GIANNI PARRINI 20 giugno 2010, il Tirreno
L’assessore Serfogli: con una mano lo Stato dà, con l’altra toglie
PISA. Una falsa gallina dalle uova d’oro. Il federalismo demaniale, il provvedimento che consente il trasferimento a titolo gratuito (e su richiesta) di alcuni beni dello Stato agli enti locali, in realtà nasconde dei costi (o meglio dei tagli) che potrebbero causare problemi ai Comuni e talvolta farli cadere in tentazione. Secondo il testo, infatti, l’ente territoriale che acquisisce l’immobile si vedrà ridurre le risorse finanziarie che in via ordinaria gli sono oggi attribuite (via trasferimenti dallo Stato) nella misura pari ai mancati introiti (soprattutto canoni di locazione) sofferti dallo Stato a causa della cessione dell’immobile. Facciamo un esempio. A Pisa, la lista provvisoria dei beni trasferibili al Comune comprende anche palazzo Mosca, edificio in cui oggi sono situati alcuni uffici pubblici e per la cui disponibilità l’amministrazione comunale paga un canone di locazione agevolato allo Stato di circa 21mila euro l’anno. «Si tratta di una cifra piuttosto bassa, perché abbiamo usufruito di una legge che prevedeva lo scorporo dei lavori fatti nell’immobile - spiega Andrea Serfogli, assessore al patrimonio - Ma dal primo giugno del 2012 dovremo tornare a pagare un canone più alto, circa 200mila euro l’anno». Acquisendo il bene a titolo gratuito, il Comune guadagna il valore dell’edifico (5,7 milioni di euro secondo il demanio) e risparmia i circa 21 mila euro di locazione annua. Ma secondo il decreto legislativo (che due giorni fa ha ottenuto un parere favorevole anche in commissione bilancio) una cifra analoga verrà tagliata dalle risorse finanziarie che l’anno successivo saranno attribuite all’ente locale. E c’è il rischio che in un paio di anni il taglio raggiunga i 200mila euro, cifra che il Comune sarebbe stato chiamato a pagare a partire dal 2012. Gli altri beni di cui il Comune potrà richiedere il trasferimento e che già oggi utilizza in locazione, sono soprattutto terreni per i quali paga un canone molto basso: dai 180 ai 550 euro. Nel dettaglio, l’area verde delle Piagge ha un canone di 451 euro, quella di via Don Bosco di 321, il parco di via delle Trincere di 181, il lungarno Guadalongo di 396, il tratto tombato dell’ex canale dei Navicelli di 550, l’area del Bastione san Gallo di 200 euro. Per quanto riguarda i beni inutilizzati e che non danno una redditività allo Stato, non è ancora chiaro se di fronte al loro trasferimento ci sarà (ed eventualmente come sarà calcolato) un taglio nelle risorse attribuite all’ente locale. È il caso della vecchia polveriera di Barbaricina, in via Pierin del Vaga (valore di inventario 566mila euro). «L’acquisizione della polveriera è un’occasione importante - spiega Serfogli -. C’è una convenienza economica, perché in quell’area potrebbero essere realizzati degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, e se l’immobile fosse già nostro non ci sarebbe bisogno di comperare altre aree per rispondere alle esigenze abitative». I beni potranno anche essere venduti (“alienati” dice il decreto), ma l’ente dovrà sottostare ad alcune condizioni: innanzi tutto, edifici e terreni dovranno essere “valorizzati urbanisticamente”; in secondo luogo, il prezzo dovrà essere congruo rispetto alle stime fatte dall’Agenzia del demanio; infine, il 75% del ricavato dovrà essere usato per la riduzione dell’indebitamento dell’ente, mentre il 25% andrà in un fondo di ammortamento del debito pubblico dello Stato. E proprio la possibilità di alienare i beni è uno degli elementi che crea maggiore scetticismo fra gli opinionisti contrari al provvedimento: la valorizzazione del bene è infatti direttamente correlata alla sua destinazione d’uso, che viene stabilità dal Comune. C’è quindi il rischio che per fare cassa, gli amministratori giochino con le varianti urbanistiche e i piani regolatori per poter poi vendere il bene e fare cassa. Ci sarà modo di capirlo, dato che l’attuazione del federalismo richiederà ancora del tempo: tra circa sei mesi sarà presentata la lista completa dei beni disponibili, poi gli enti locali avranno quattro mesi per fare le loro richieste. I trasferimenti, quindi, non saranno ufficiali prima della primavera 2011.
IL PATRIMONIO DEL COMUNE
BILANCIO COMUNALE Palazzo Gambacorti deve riscuotere multe per tre milioni di euro Buscemi (Pdl): risanano i conti con le contravvenzioni PISA. Dopo l’approvazione della seconda variazione di bilancio 2010, con cui il consiglio comunale ha dato il via libera alla misura di incassare le contravvenzioni mai riscosse nel periodo 1999-2006, l’opposizione presenta una interpellanza da trattare nella 4ª commissione consiliare. «Il ricorso alle multe come strumento per riequilibrare i bilanci comunali - osserva il consigliere comunale Riccardo Buscemi (Pdl) - è una tassa indiretta, soprattutto in una città come Pisa al 12º posto della classifica nazionale per maggior tassazione pro-capite. Ma a parte questo aspetto politico - continua Buscemi - ci si è clamorosamente dimenticati che, ai sensi dell’articolo 208 del codice della strada, i proventi delle sanzioni amministrative dei Comuni hanno già una destinazione, essendo previsto che la metà di essi venga impiegata per finalità di educazione stradale nelle scuole, nel miglioramento di circolazione stradale, mobilità ciclistica, segnaletica e per la fornitura di mezzi tecnici alla polizia locale. Se metà di queste somme hanno già ex lege una destinazione, significa che dei tre milioni di multe pregresse il Comune potrà usare solo un milione e mezzo, e che dunque, molto presto, sarà necessaria una nuova variazione di bilancio per pareggiare i conti».
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