VENETO - «Rinnoveremo la città senza favori ai costruttori» Francesca Lazzari CORRIERE DELLA SERA 29 giu 2010 Vicenza
Giuliano Zoso nel Corriere del Veneto del 19 giugno mi chiede, a chiusura di un editoriale su presunti inciuci e scambi sottobanco di metri cubi di cemento, se io sia culturalmente o politicamente «ingaggiata» (a che cosa?). Mi chiede di farmi sentire e «quanti compromessi possa io accettare e quanti sacrifici possa sostenere per un assessorato». Sono consapevole che il particolare momento storico, contraddistinto da interessi individualistici e di scarsa idealità, chiede di non sottrarsi alla responsabilità di lavorare per un differente approccio. Rivendico con orgoglio di praticare l’etica della trasparenza. Per questo ho costruito il rapporto con i privati recuperando pari dignità attraverso finalità chiare, verificando l’esistenza del pubblico interesse, pretendendo, per l’istituzione che rappresento, rispetto, autorevolezza e governance. Ho cercato di innescare quel circolo virtuoso tra pubblico e privato che crea vera sinergia, efficienza e affidabilità nelle relazioni. Non ho fatto i conti però, e l’editoriale di Zoso lo dimostra, con i meccanismi di «collocazione» di una certa vecchia politica affezionata alla cultura del complotto, giocata su scenari di potere di periferia. Ma l’onestà intellettuale e la credibilità della nostra amministrazione vanno oltre la politica politicante e la scommessa del Pat sarà proprio ricostruire per il governo della città: di questa politica voglio occuparmi, per continuare a svolgere con coerenza il mio ruolo. Le chiacchiere del sentito dire riportate dall’editoriale devono giustificare dieci anni in cui non si sono date risposte ai cittadini. Toccherà a noi farlo. Il senso di responsabilità di questa amministrazione vuole che gli strumenti pianificatori siano credibili e operativi. Il piano non persegue gli interessi dei grandi costruttori, dei proprietari di importanti aree, come qualcuno continua a ripetere strumentalmente, ma li coinvolge in maniera chiara in un disegno comune, nell’interesse della città. Noi non facciamo favori a nessuno. Abbiamo detto basta agli interventi spot su singoli spazi che non contemplano una visione di città e del territorio. Per questo ribadiamo una scelta praticata dalle amministrazioni virtuose di destra e di sinistra: la pubblica e responsabile "urbanistica negoziale". Non accetto lezioni da chi ha venduto il campo di calcio federale ai privati e ora chiede di espropriarlo; da chi ha localizzato il nuovo tribunale di fronte al Parco dei Berici e alla Rotonda; da chi ha fatto comprare ad AIM terreni di nessun valore a peso d’oro; da chi ha lottizzato ogni spazio possibile, da chi ha lasciato per decenni negli uffici decine di piani… Non mi intimidisce chi mi accusa di scambi di aree commerciali con la Provincia: basta guardare i verbali dell’andamento delle votazioni del PTCP e si smaschera l’inconsistenza della teoria del complotto. Capisco che siamo un’amministrazione scomoda, proprio perché le nostre pre-intese con i privati sono pubbliche e tutto è stato fatto in modo rigoroso e documentabile. Chi mi accusa può dimostrare altrettanto? Sul progetto nuova arena degli eventi ribadisco un elemento su tutti: noi non prevediamo compensazioni edificatorie né nell’area del Menti che ritorna un valore per la città, né altrove, come invece chi oggi grida ai favoritismi ingiustificati, ieri prometteva e scriveva nero su bianco… Caro Zoso, il suo appello finale nei miei confronti va nella direzione del blocco di qualsiasi ipotesi di cambiamento e del cinico trasformismo che baratta la demagogia con la democrazia. La crisi morale va affrontata a partire dalle dimensioni locali. Una democrazia non si sostiene nel vuoto, ha bisogno di cittadini resi consapevoli anche da una corretta informazione e non dalle chiacchiere interessate dei troppi "quaraqquaqua e ominicchi" preoccupati solo di bloccare le istanze di rinnovamento. Le rispondo volentieri: resto orgogliosamente al mio posto.
Assessore all’Urbanistica del Comune di Vicenza P.S. (Stipendio netto mensile, senza tredicesima, di euro 1950 circa dopo la manovra finanziaria: è vero, quanti sacrifici per un assessorato!)
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