Finanziaria, spunta l'archeo-condono 29/06/2010 -METROPOLIS
I possessori di beni non denunciati potranno regolarizzarsi pagando una mini-multa
Torna l’archeo-condono per i reperti archeologici in vario modo trafugati da privati. Più volte proposto, altrettante volte ricacciato indietro, la norma che depenalizza il possesso illecito di un bene archeologico in cambio di una modesta multa ricompare nella manovra finanziaria. Al momento circolano almeno due bozze di un articolo diviso in 11 commi intitolato "Disposizioni in materia di emersione e catalogazione di beni archeologici, nonché revisione delle sanzioni penali", entrambe maturate in ambienti parlamentari del Pdl. In sostanza chiunque detenga un reperto mai denunciato, in Italia o all'estero, e dunque in violazione della legge, può ottenere dallo Stato una "concessione in deposito" della durata di trent'anni, rinnovabili, e può anche trasferirlo in eredità. Il tutto dichiarando il possesso e pagando una somma che si aggira intorno a un terzo del valore di quel bene.
Non è la prima volta, dunque, che si attenta a uno dei pilastri della tutela in Italia, introdotto dalla legge del 1909 e poi sempre confermato, quello per cui solo lo Stato può fare o autorizzare scavi e tutto ciò che viene rinvenuto è di sua proprietà. Ma la sostanza è chiara, stavolta come allora. Il fine, dichiarano i proponenti, è quello di far emergere un patrimonio sommerso e di consentirne la catalogazione. Eppure il punto cruciale è un altro: in cambio di pochi spiccioli, che poco ristoro potrebbero portare al bilancio dello Stato e persino alle esangui casse dei Beni culturali, tutti quelli che possedevano al 31 dicembre 2009 un bucchero etrusco o un'anfora greca, recuperati chissà come, non saranno più punibili.
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