TOSCANA - BELLO E BRUTTO A me il campanile di Marina invece piace SABATO, 07 AGOSTO 2010 IL TIRRENO - LIVORNO
Sono grato all’anonimo cittadino cultore del “bello”, che ha inviato al Tirreno la foto del campanile della chiesa S. Andrea Apostolo di Cecina Mare per inserirla tra le brutture. Soprattutto sono molto grato ad Oliviero Toscani, non solo per aver inserito questa foto nell’ambito della mostra-denuncia del suo nuovo progetto “Nuovo paesaggio italiano”, che rappresenterebbe la risposta al brutto che avanza, ma addirittura di averla eletta ad una delle tre foto-icone della mostra stessa. Perché esemplificativa di chiese in vetro-cemento con campanili che sembrano rampe di lancio di missili. Grazie, perché la chiesa di Cecina Mare ha avuto un risalto del tutto straordinario e mai avuto nemmeno quando ci sono iniziative benefiche. Mi riferisco, tra tante, all’approntamento di un container di aiuti per la parrocchia di Balaka (Malawi) che il 29 giugno è arrivato a Porto Durban, in Sud Africa, e che ora si accinge a compiere l’ultimo tratto del suo viaggio. Questo progetto ha coinvolto per mesi la onlus Sos Malawi, la parrocchia, volontari laici e non, parrocchiani e gente comune in un progetto di bene senza secondi fini e che vorrei annoverare tra quel bello che c’è e che molto spesso non trova spazio sulle cronache. Io dissento dal giudizio, pur autorevole, di Toscani. In primo luogo perché nell’ambito del giudizio estetico non esistono verdetti assoluti. Lo dicevano i nostri vecchi, e lo diceva anche Cicerone: “De gustibus non disputandum est”. A me il campanile piace. Perché un campanile rappresenta un tentativo di innalzamento verso l’alto, di elevazione dalle umane miserie al trascendentale, dall’uomo a Dio. Un campanile scarno come quello di Cecina Mare sta ad indicare che non si arriva al trascendente se non si guarda e si cerca una risposta alle domande basilari (dunque scarne all’apparenza ma spinosissime) circa il significato del nostro essere uomini oggi. Il suo aspetto attuale risale ad una ristrutturazione avvenuta 30 anni fa e fa ormai parte integrante della iconografia di un territorio e di un tessuto urbano che ha una vita e memoria storica relativamente recente (meno di 300 anni di vita ovvero dalle bonifiche del conte Ginori). Stefano Pedri Cecina Mare |