PRATO. «Questo è un insulto alla bellezza» Il nuovo look non piace ai cittadini e nemmeno ai turisti GIOVEDÌ, 02 SETTEMBRE 2010 IL TIRRENO - Prato
MA.LA. E’ stato il suo tormentone estivo, tra un caffè e l’altro da preparare. La gente che gli chiedeva come mai fossero sparite le finestre da Palazzo Pretorio, i turisti che, guida alla mano di Prato, notavano che qualcosa non tornava sulla foto della facciata. Luciano Botrini, titolare del bar all’angolo tra via Cairoli e via Ricasoli (proprio di fronte al palazzo), ha visto con i propri occhi rimuovere le vetrate in stile “liberty” che facevano più storico l’edificio. Per questo non vuole sentire ragioni, anche se, come vuole il proverbio, “de gustibus non disputandum est”. «Questa operazione è un vero insulto alla bellezza dell’opera - lamenta il barista - Mi meraviglio che la Soprintendenza abbia dato il via libera. E pensare che a me fanno storie se metto 4 tavolini all’aperto». Di pratesi arrabbiati per questo nuovo modello del palazzo, Botrini ha perso il conto. «Si fermano al bar e mi chiedono quando rimettono le finestre. So solo che quando è venuta la ditta a portare via le vetrate piombate - racconta il barista - ho chiesto spiegazioni agli addetti e loro mi hanno risposto che quel materiale veniva gettato via. Ora, va bene mettere in sicurezza la facciata, ma si poteva mettere una protezione dall’interno, come succede a Palazzo Strozzi a Firenze che ha mantenuto le sue vetrate storiche». Tra i primi ad accorgersi del cambiamento di Palazzo Pretorio è stata anche Luigia Santi, artigiana esperta di ceramiche, per la quale il rispetto del valore storico del palazzo è «questione che riguarda tutti i cittadini». Storce la bocca anche una turista tedesca in compagnia del marito, Sybille Kopf, fra i visitatori stranieri in vacanza che in questi giorni fanno capolino in città. E in inglese fa intendere che quelle vetrate sono «troppo moderne, non rendono giustizia al peso storico della struttura». Ieri mattina la signora ne approfittava comunque per farsi scattare una foto cartolina con la magnificenza del palazzo sullo sfondo. Qualcuno poi, passando frettolosamente in piazza del Comune, non aveva neppure fatto caso alla novità. Come Veruska Signori che, a ben guardare, trova altre criticità. «Ho capito che dovevano cambiare le finestre, ma questi strati di stucco che ci hanno lasciato non si possono guardare». Per Silvia Gentile dell’Ottica Rosati, invece, il nuovo look delle finestre è secondario rispetto alla possibilità di godere finalmente della vista del palazzo. «L’importante è che abbiano tolto il ponteggio. Forse bisognerebbe avere più cura di questo tesoro cittadino. Faccio notare che l’orologio segna le 13.50 da 4 anni». Bocciate le nuove vetrate anche dalla ragazza dell’edicola sotto le logge del Comune, mentre unica voce fuori dal coro è quella di Matteo Caldaroli, un anziano cittadino, che tira in ballo la politica nell’esprimere giudizi. «Sono di destra, per cui quello che decide questa giunta mi sta bene». Peccato che il progetto di restauro del palazzo affondi le radici nelle amministrazioni precedenti.
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