GROSSETO. TIRRENICA. «Non distruggete questo ecosistema» GIOVEDÌ, 02 SETTEMBRE 2010 IL TIRRENO - Grosseto
Anche l’associazione Procosta chiede chiarezza sul tracciato della Tirrenica, preoccupata per la laguna
Il presidente Giuliano Paolini: «Già il cantiere sarebbe una tragedia»
Anche l’associazione Procosta chiede chiarezza sul tracciato dell’autostrada Tirrenica che, a dire il vero, da anni cambia a intervalli più o meno regolari: sull’Aurelia, a monte, a metà strada, magari anche... in mezzo al mare. «Il corridoio autostradale tirrenico, da anni allo studio - scrive il presidente Giuliano Paolini - sta per essere realizzato ma non è più chiaro secondo quale tracciato. Ora si prospetta l’eventualità che quanto già approvato dalla delibera Cipe subisca una variante e la Tirrenica sia realizzata tra la Laguna di Orbetello e le colline (fronte Laguna) ad Est della cittadina. In questa sede sarebbe devastante l’impatto nel paesaggio, nel delicato ecosistema a danno della biodiversità e a favore delle forme parassitarie e nell’equilibrio idrogeologico del bacino lagunare e delle colline adiacenti». «Il bacino orbetellano è inserito nei siti di interesse comunitario e appartiene alla Ramsar List (elenco delle zone umide di importanza fondamentale) con tutte le direttive e i vincoli che ne conseguono. Ogni modifica di tracciato elaborata per ridurre i costi immediati di costruzione sarà un risparmio per la società privata Sat o per l’erario, pagato a caro prezzo dal punto di vista paesaggistico e ambientale da un lato e da quello socioeconomico dall’altro: già dall’apertura dei cantieri il nostro territorio sarebbe ridotto a mera zona di transito verso destinazioni più meritevoli che avranno saputo salvaguardare meglio il proprio patrimonio naturalistico». «Tra la laguna e i versanti collinari, in una striscia di terra larga al massimo 2 km circa, potrebbero essere realizzate 4 corsie regolamentari di autostrada con spartitraffico, 2 corsie di emergenza, le relative strade complanari a valle e a monte, le due piste ciclabili oltre ai già presenti binari della ferrovia. Sarebbe veramente doloroso e poco allettante pedalare lungo l’agognata ciclabile della Strada dei Parchi, progettata dove oggi c’è l’Aurelia e vedersi circondati da lingue di asfalto e dover spiegare ai nostri figli che al posto dei viadotti un tempo c’erano colline di macchia mediterranea e una laguna viva e frequentata da numerose specie animali che svolgevano il loro ciclo vitale nel silenzio di un ambiente protetto in ogni forma, perfino dall’inquinamento luminoso ed acustico».
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