SICILIA - Dai templi al Palazzo dei Normanni i gioielli di Sicilia passano alla Regione La Repubblica, 01-09-10, pagina 5 sezione PALERMO
L' ELENCO è stato ultimato e comprende 121 beni dalla Valle dei Templi al teatro antico di Taormina. Beni che per la prima volta, dall' Unità d' Italia a oggi, passeranno dopo un contenzioso durato decenni dallo Stato alla Regione. L' accordo è stato raggiunto, manca solo la firma definitiva che dovrebbe arrivare il 30 settembre, data per la quale è fissata l' ultima riunione della commissione paritetica composta per lo Stato dal costituzionalista Giovanni Pitruzzella e dalla docente universitaria Ida Nicotra e per la Regione dal professore Salvatore Sammartino e dal presidente della facoltà di Giurisprudenza di Palermo, Giuseppe Verde. L' elenco è lunghissimo, anche se all' ultimo momento alcuni beni sono stati stralciati per intervento dei ministeri di riferimento: su tutti il tesoro della Cappella Palatina. Per il resto l' elenco comprende i gioielli della Sicilia, dai templi di Agrigento a tutta l' immensa zona archeologica di Siracusa, dai parchi di Segesta e Selinunte a quello di Taormina, passando anche per piccoli siti archeologici sparsi per l' Isola, come quello di Pantalica nel siracusano o di Camarina a Ragusa. La Regione quindi diventerà proprietaria a tutti gli effetti di un vastissimo patrimonio culturale e avrà mano libera per il suo utilizzo e valorizzazione senza dover più sottostare alla volontà del ministero dei Beni culturali o chiedere autorizzazioni e pareri. La Regione avrà mano libera anche per quanto riguarda l' avvio di restauri e ne sarà piena e unica responsabile per la conservazionee tutela. Da oggi il ministero e lo Stato non avranno più voce in capitolo e tutto dipenderà dall' assessorato regionale ai Beni culturali. Con una legge, l' Assemblea regionale potrà decidere anche l' utilizzo dei beni per scopi sociali, aprendoli a onlus e enti privati non solo per la gestione delle biglietterie e degli eventi, come accaduto fino a oggi, ma anche per il loro utilizzo completo. Per alcuni beni inseriti nell' elenco, come il magazzino di San Giovanni a Ustica o i terreni in contrada Luparello dove ha sede l' Istituto zootecnico siciliano, potrebbe decidere anche la vendita perché non tutelati da alcun vincolo di interesse storico artistico. Vincolo che chiaramente grava sul resto dei beni compresi nell' elenco: certamente non si potranno vendere templi o chiese. La Regione inoltre potrà inserire questi beni artistici nel proprio patrimonio, facendo così aumentare il valore del bilancio regionale e, sperano da Palazzo d' Orleans, anche quello del rating da parte delle agenzie internazionali di valutazione. Il decreto è già pronto, manca soltanto l' ultima firma dei componenti della commissione paritetica. «Con il trasferimento dei beni dall' Agenzia del demanio, la Regione potrà utilizzarli come meglio crede e con legge potrà regolamentarne l' uso anche a terzi, si tratta di una svolta epocale e di una grande opportunità per la Sicilia», dice Pitruzzella. Da un primo elenco, molto più corposo, sono stati stralciati alcuni beni che confluiranno in un secondo provvedimento che Stato e Regione dovranno ancora contrattare. Diversi ministeri, della Difesa, degli Interni e della Cultura, hanno definito d' interesse nazionale «l' ex monastero di Santa Teresa, il Castello della Cuba e la caserma di corso Tukory a Palermo, la Torre Ranieri a Messina, il castello Forte Svevo di Augusta». Il ministero dell' Interno si è poi opposto al passaggio nel patrimonio della Regione dei «beni e del tesoro della Cappella Palatina» di Palazzo dei Normanni, che rimarrà sotto il controllo del Fondo edifici di culto. Il resto del Palazzo, insieme al parco della Favorita invece confluirà nei beni della Regione. Non passeranno inoltre sotto la tutela di Palazzo d' Orleans altri beni del demanio, che la Regione sperava in un primo momento di poter inserire nell' elenco: dalla Torre Antica allo Sperone al museo nazionale di Palermo, passando per la Colombaia di Trapani. a. fras.
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