CASCINA. «Il centro storico è di tutti» 02-09-10, IL TIRRENO Pisa
«Ritengo che, nella discussione sull’utilizzo del centro, il primo impegno possa essere quello di individuare una linea di equilibrio che tenga insieme diverse esigenze, che abbia come obiettivo la formazione di un senso di comunità». Michelangelo Betti, segreterio del Pd, interviene sulla vicenda dei rumori in piazza dei Caduti dovuti alle manifestazioni dell’estate cascinese. «Come ho già avuto occasione di sottolineare, Piazza dei Caduti e Corso Matteotti rappresentano il nostro primo spazio pubblico di aggregazione. Non sono comunque gli unici luoghi possibili e le iniziative pubbliche per le politiche culturali, che vanno sicuramente estese ad altri spazi, nel capoluogo e nelle frazioni. Con la coscienza che la politica ha il compito di individuare risposte per l’intera società, senza seguire domande individuali o di gruppi». Il centro storico di Cascina, come ogni centro storico, «è patrimonio di tutti i cittadini, non solo dei residenti. E’ opportuno evidenziare che occorre rispetto per chi abita in centro e che il rispetto passa per il pieno rispetto delle regole e per una limitazione dei disagi in occasione di spettacoli e iniziative pubbliche», aggiunge Betti. E lo stesso rispetto è dovuto anche a chi «si impegna per far vivere il centro, dato che il programma di appuntamenti estivi, insieme a qualche polemica, ha anche portato molti cittadini a Cascina. Non possiamo pensare di proseguire tra discussioni estive su un uso eccessivo degli spazi pubblici e dibattiti invernali su un centro che non aggrega». I tagli imposti dal governo, è l’opinione del segretario del Pd, producono e produrranno problemi ai bilanci degli enti locali (al di là delle affermazioni sul federalismo, la linea di azione dell’esecutivo punta in effetti sul centralismo, almeno per quel che riguarda le risorse). «Il vero rischio è che le attività aggregative, culturali e ricreative divengano economicamente insostenibili per l’amministrazione cascinese, come per molti altri enti locali. E si tratta di iniziative che non possono essere etichettate semplicemente come “intrattenimento”, che danno salute a tutti i centri cittadini. Ne evitano la “desertificazione”, rendendoli vivi e più sicuri».
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