Città della Scienza di Napoli premiato come miglior museo scientifico europeo Vittorio Silvestrini * L’Unità 3/9/2010
* Vittorio Silvestrini è Presidente Fondazione Idis-Città della Scienza
Ancora una volta si attenta al futuro del Paese. Siamo stati premiati come miglior museo scientifico europeo. Ma siamo condannati a morte da tagli irragionevoli e illegittimi
La Città della Scienza di Napoli è una realtà che ha avuto negli anni l'apprezzamento di tanti: miglior museo scientifico europeo nel 2005, Premio Descartes dall'Unione Europea nel 2006 per la comunicazione scientifica, migliore incubatore di nuova impresa nel 2007, riconosciuta dall'Eurispes tra le 100 eccellenze italiane. Una realtà che ha in atto svariati progetti locali, nazionali e internazionali. Spesso con partner di assoluto prestigio. Strutture come queste - non siamo gli unici in Italia - hanno l'effetto indiscutibile, aumentando il tasso di cultura scientifica e di innovazione, di innalzare il livello di competitività del «sistema Paese». Città della Scienza è il volto migliore della nuova Bagnoli. Centinaia di migliaia di persone la visitano e la utilizzano ogni anno. Tanto da farla diventare il più grande attrattore di turismo scientifico del nostro paese: un luogo di incontro per gli insegnanti e gli studenti, le famiglie, i bambini, i tanti che amano l'avventura scientifica e hanno sete di conoscenza. A Città della Scienza sono state create decine di nuove aziende fondate sulla conoscenza. Stiamo parlando dunque di un'istituzione che produce ricchezza: dando un reddito, in maniera diretta o indiretta, ad oltre mille persone. Senza essere «assistita». Città della Scienza è tra i musei scientifici interattivi europei a più alto grado di autofinanziamento (circa il 70%) ricavato dalle proprie attività di mercato nei confronti di vari clienti. Presso uno di questi clienti, la Regione Campania, la Fondazione Idis-Città della Scienza vanta crediti immediatamente esigibili per circa 7,5 milioni di euro: 3 milioni per attività di promozione della cultura scientifica svolti nel 2008 nell'ambito di un Accordo di programma tra Regione e ministero dell'Università; altri 2 milioni quale contributo istituzionale della Regione per l'anno 2009 emanato con colpevole ritardo (solo nel marzo 2010) in attesa del rinnovo dell'Accordo di programma per gli anni successivi al 2008; i rimanenti 2,5 milioni di euro, infine, per attività e contratti, con gara, vari. Alcune di queste risorse, allocate ma mai corrisposte, non solo sono attualmente bloccate, ma anche a rischio di tagli. Nelle ultime settimane si è aperto un ampio dibattito nel Paese attorno alla necessità di tagli alle istituzioni culturali per combattere la crisi economica. Siamo nella società della conoscenza. E risparmiare sulla cultura e la ricerca vuol dire semplicemente ma drammaticamente compromettere il futuro del Paese. Questi tagli, dunque, sono in generale irragionevoli. Nel nostro caso, cancellando crediti pregressi, è anche illegittimo. Ciò comporterebbe la forzata cessazione delle attività, proprio mentre il necessario rilancio del nostro Mezzogiorno, della Campania e di Napoli avrebbe di fare leva proprio su ciò che funziona e produce. Altro che rilancio.
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