PUGLIA - Il fotovoltaico di Battaglini: la pratica non c’è. L’ufficio regionale ha chiesto al sindaco di Martina Franca informazioni di ANGELA BARBANENTE * CORRIERE DEL MEZZOGIORNO 4 set 2010 Lecce
L'articolo a firma di Franco Censi pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno del 18 agosto scorso, che denunciava - fra l'altro - l'invasione di località Battaglini in Valle d'Itria da parte di impianti fotovoltaici, non mi ha lasciato affatto indifferente: nella mia veste di Assessore regionale alla qualità del territorio condivido appieno le preoccupazioni espresse. Mi sono quindi affrettata a chiedere informazioni in merito alle autorizzazioni rilasciate in quella zona: presso gli uffici regionali paesaggio ed energia non risulta alcuna pratica ricadente in territorio di Martina Franca. Questo appare molto strano sia perché, secondo quanto riportato nell'articolo, il Comune afferma che «la Regione ha avocato a sé ogni diritto di concessione», sia perché quasi l'intero territorio di quel comune è interessato da ambiti estesi di tutela del Piano Urbanistico Territoriale Tematico-Paesaggio (PUTT/P), nei quali ogni significativo intervento di trasformazione richiede la preventiva autorizzazione paesaggistica. Ho quindi scritto al Sindaco del Comune di Martina Franca in data 25 agosto scorso (prot. 1469 SP1) chiedendo dettagliate informazioni in merito.
Nell'attesa di ricevere risposta e di operare i doverosi approfondimenti, mi preme evidenziare quanto sia difficile in Italia tutelare il paesaggio in presenza di una normativa statale sulle energie rinnovabili che obbliga a pronunciarsi sulle singole proposte di impianto nei tempi limitatissimi dettati dalle norme in materia e che impedisce di limitarne la localizzazione persino in aree di pregio. Merita sottolineare, come ha ricordato il collega Losappio proprio in un recente articolo su questo giornale, che la Regione Puglia approvò nel 2005 una moratoria sugli impianti eolici censurata dalla Corte Costituzionale e che la medesima Corte (sent. n. 119 del 2010) ha annullato la parte della legge regionale n. 31 del 2008 che vietava la realizzazione di impianti fotovoltaici nelle zone agricole di pregio: negli ambiti territoriali estesi AeB del PUTT/P, negli uliveti monumentali, nei siti della Rete Natura 2000, nelle aree protette, e in altre zone definite dai comuni. L'annullamento è motivato dall'assenza delle linee guida nazionali, che non consente alle Regioni di individuare autonomamente aree territoriali ritenute non idonee all'installazione di impianti eolici e fotovoltaici, a norma del d.lgs. n. 387 del 2003.
Nonostante tale censura, abbiamo continuato a lavorare per difendere quel patrimonio che - come Censi giustamente afferma - è di tutti, ed è unico al mondo: con i singoli pareri paesaggistici resi in base al PUTT/P e con il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), la cui proposta è stata approvata dalla Giunta l'11 gennaio 2010 (www.paesaggio.regione.puglia.it). Il Piano adotta due diversi tipi di approccio per bilanciare l'interesse costituzionale alla tutela del paesaggio con altri interessi economici e sociali, ivi compreso l'interesse alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
Il primo è quello vincolistico e riguarda il divieto di installazione di impianti a terra nelle zone di elevato valore paesaggistico, individuate in modo chiaro e puntuale. Il secondo è quello di indirizzo, e comprende strumenti volti a favorire l'uso integrato delle energie rinnovabili; a definire standard di qualità territoriale e paesaggistica; ad attivare regole semplificate per le energie da autoconsumo nelle città e negli edifici rurali; a favorire la concentrazione delle nuove centrali di produzione di energia da fonti rinnovabili in aree produttive o prossime ad esse; a incentivare, di conseguenza, il fotovoltaico strutturale integrato in area produttiva/commerciale e con le reti già presenti.
L'iter del PPTR è ancora in corso e l'approvazione richiederà il sostegno di quanti hanno a cuore il paesaggio pugliese quale inestimabile bene patrimoniale da tutelare e valorizzare per uno sviluppo regionale durevole e sostenibile. Nel frattempo è intervenuta un'altra novità: finalmente, con ben sette anni di ritardo, dovrebbe essere imminente l'entrata in vigore delle linee guida statali previste dal citato d.lgs. n. 387 del 2003, che consentono alla Regione di definire le aree non idonee alla installazione di specifiche tipologie di impianti energetici da fonti rinnovabili. Su questo i settori regionali competenti stanno già lavorando, naturalmente avvalendosi del sistema di conoscenze e degli indirizzi del PPTR. La logica dell'articolazione del territorio in aree idonee/non idonee, tuttavia, risponde solo al primo approccio proposto dal PPTR. Per perseguire efficacemente il secondo approccio occorrerebbe un mutamento radicale della strategia del Governo nazionale, per il quale continueremo a batterci: sino a quando la questione energetica sarà affrontata non incentivando adeguatamente il risparmio energetico e gli impianti integrati negli edifici o collocati in zone produttive in rapporto a quelli realizzati in zona agricola, le pressioni sui territori aperti e il rischio di scempi paesaggistici non saranno fugati, perché le installazioni in zona agricola resteranno molto più lucrose.
*Assessora all’Urbanistica Regione Puglia
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