Vittorio Sgarbi vuole abbattere i Parioli, quartiere vip di Roma. Altro che Tor Bella Monaca. Lo ha detto a Venezia, e lo ha scritto sul settimanale Oggi: per il critico d'arte, già sottosegretario al ministero peri Beni e le attività culturali, il sindaco di Roma Gianni Alemanno sta «adottando la strategia mediatica della sparata', prospettando progetti eclatanti, dalle Olimpiadi alla Formula Uno o ai grattacieli più alti di San Pietro, per distogliere l'attenzione dalla gestione del presente». Un attacco in piena regola, quello di Sgarbi, contro il primo cittadino della capitale che prima di vincere le elezioni comunali aveva promesso a Vittorio la poltrona di assessore alla cultura, poi invece destinata a Umberto Croppi. E Sgarbi non si lascia sfuggire l'occasione di stigmatizzare la proposta di abbattere e ricostruire il quartiere periferico di Tor Bella Monaca: sottolinea che «il problema è politico», e che «ci vogliono enormi finanziamenti per sostenere progetti ambiziosi», correndo comunque «il rischio di speculazioni», almeno «finché i piani règolatori comunali saranno decisi dai costruttori e i servizi di quartiere resteranno l'ultimo degli impegni da prendere, anziché il primo». E che «i disagi per gli abitanti, prima che le riedificazioni si compiano, sarebbero notevoli». Insomma, Sgarbi indossa i panni dell'amministratore attento ai bilanci capitolini e alle esigenze dei cittadini che sono costretti a vivere nei palazzi indicati da Alemanno al pubblico ludibrio estetico. Ma è alla fine che Vittorio torna a sfoderare la sua verve polemica, dopo aver esibito la sua parte mansueta: «A Parioli c'è tanta brutta edilizia, ma nessuno si sogna di chiederne la riedificazione!» Come dire, decrittando la frase sgarbiana, che l'assenza di vip nei palazzoni di Tor Bella Monaca sancisce la classifica di cittadini di serie B, diventando sudditi dei potenti di turno tanto da temere per il futuro delle proprie abitazioni. I pariolini, invece, da questo punto di vista possono dormire sonni tranquilli.