CALABRIA - Tutela dei beni archeologici leva per la legalità Vibo Valentia (08/09/2010) GAZZETTA DEL SUD
Presentato il progetto al quale potranno aderire gli istituti scolastici di ogni ordine e grado
Provincia e Soprintendenza ai beni archeologici insieme per coltivare nei giovani il rispetto delle regole e veicolare il senso civico nelle nuove generazioni. Finalità che rappresentano l'obiettivo dell'iniziativa "Le(g)ali al Sud: un progetto per la legalità in ogni scuola", promosso appunto dall'amministrazione provinciale e dalla Soprintendenza. Progetto che rientra nell'ambito delle attività del Programma operativo nazionale (Pon) "Convergenza e sviluppo" finanziato con risorse del Fondo sociale europeo. Attraverso questa iniziativa, che tende a coinvolgere tutte le scuole di ogni ordine e grado, si punta a stimolare nei giovani una conoscenza più approfondita delle attività museali, passando per la ricerca – attraverso studi bibliografici, scavi archeologici, indagini di superficie – e le tecniche di restauro e conservazione, fino alla fruizione intesa come utilizzo compatibile e informato del bene archeologico. E proprio su questo percorso formativo sul campo Provincia e Soprintendenza intendono fare leva per stimolare negli studenti l'orgoglio di appartenenza a una comunità che riconosce le sue origini, le sue tradizioni, la sua identità. Premessa questa che, in pratica, diventa il fulcro del progetto capace di innescare i meccanismi giusti per coinvolgere i giovani in una vera e propria lezione di vita, lungo i binari dell'educazione alla legalità e alla cittadinanza; del rispetto e tutela dell'ambiente, inteso nella sua accezione più ampia, che comprende non solo le risorse naturali, ma anche le testimonianze culturali del passato. L'iniziativa, che di fatto sancisce una forma di partenariato tra l'amministrazione provinciale e la Soprintendenza ai beni archeologici, è stata illustrata ieri mattina nel corso di una conferenza stampa alla Provincia. Presenti il presidente Francesco De Nisi, l'assessore alla Pubblica istruzione Maria Salvia e la direttrice del Museo "Vito Capialbi", Maria Teresa Iannelli. Ed è stata proprio la Iannelli a spiegare il rapporto esistente tra il patrimonio archeologico e la legalità. Infatti, partendo dalla considerazione che un museo «non è soltanto un contenitore di reperti e di opere d'arte, ma un luogo che fa cultura e didattica e che offre servizi alla comunità», la direttrice del "Capialbi" ha precisato: «In questa prospettiva daremo ai ragazzi gli strumenti per indagare la storia del territorio e li guideremo con i nostri archeologi alla scoperta dell'identità dei luoghi e delle cose. Partecipare a un progetto che punta a rafforzare l'idea di legalità tra alunni e studenti può sembrare di primo acchito che esuli dalle finalità della Soprintendenza, ma non è così perché la tutela e la conoscenza dei beni archeologici è intimamente connessa con il rispetto delle regole e l'educazione civica». Concetti sottolineati anche dal presidente De Nisi, per il quale le lacune culturali di molti giovani rappresentano un vero e proprio gap da colmare, iniziando appunto dalla scuola che, oggi, grazie alla partnership con la Soprintendenza, potrà avere gli «strumenti operativi e culturali per consolidare l'identità territoriale e facilitare il processo di crescita nei ragazzi». Inoltre, l'assessore Salvia ha posto in risalto il ruolo di «facilitatore» della Provincia nei confronti degli istituti, in quanto alle scuole che parteciperranno al progetto sarà «offerto tutto il supporto necessario».(m.c.)
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