SICILIA -Le opere già bloccate dal piano paesistico Giorgio Antonelli Ragusa (09/09/2010) gazzetta del sud
Cinque centrali fotovoltaiche, due alberghi, due pozzi di petrolio, dieci case e alcuni capannoni agricoli
Cinque progetti per l'installazione di centrali fotovoltaiche, per un investimento di oltre 35 milioni di euro, hanno già avuto parere negativo alla Regione; la richiesta della Soprintendenza al comune per la revoca dell'autorizzazione edilizia alla «Enimed» che aveva appena iniziato la perforazione del pozzo «Tresauro 2», con 34 maestranze che vedono seriamente a rischio il posto di lavoro (incredibile il fatto che il Comune aveva rilasciato la concessione il 13 agosto, un'ora prima della notifica dell'adozione del Piano urbanistico!); due progetti per la costruzione di altrettanti hotel a Marina di Ragusa, nella zona sovrastante il nuovo porto, per un investimento di oltre 10 milioni di euro, «stoppati» in Commissione edilizia a palazzo dell'Aquila; la sospensione della concessione edilizia a oltre dieci ditte private, per la realizzazione di altrettante unità abitative sul territorio, malgrado l'avvenuto pagamento degli oneri concessori, per un investimento complessivo di oltre due milioni e mezzo di euro; gli iter per la costruzione di alcuni capannoni a servizio di aziende agricole, dislocate sul territorio comunale, in fase di autorizzazione o già autorizzati ex articolo 22 della legge 71/1978, anch'essi di fatto «sospesi». Sono queste le più rilevanti conseguenze, a memoria del dirigente l'ufficio Urbanistica del comune, Ennio Torrieri, dell'entrata in vigore delle norme di salvaguardia, a seguito dell'approvazione, da parte della Regione, il 10 agosto scorso (con notifica, come accennato, tre giorni dopo) del Piano paesistico. Sono le stesse ragioni che hanno indotto il sindaco Nello Dipasquale ad appellarsi al Tar contro l'adozione dello strumento di pianificazione. Primo cittadino che teme anche il ripetersi di casi analoghi a quelli della «Sudinvest» che, quasi 20 anni fa, dopo aver sostanzialmente ultimato una imponente struttura turistico-alberghiera sulla Ragusa-mare, si vide revocare dall'allora commissario la concessione edilizia, su input della Regione. La «Sudinvest srl» ottenne, due lustri, dopo un risarcimento di oltre 10 miliardi delle vecchie lire a danno del Comune, ma andò comunque incontro al fallimento. Sono gli stessi motivi che hanno indotto le forze politiche, sociali e produttive della provincia a fare quadrato contro il Piano paesistico e, specificamente, contro la sua adozione calata dall'alto. Enti, associazioni, partiti e sindacati si sono ulteriormente compattati, all'indomani del «faccia a faccia» con l'assessore regionale al Territorio, Gaetano Armao, che ha ribadito di voler tirare dritto. Nessuna marcia indietro, almeno sul piano politico, da parte della Regione che non revocherà lo strumento già adottato, mentre lo stesso Armao si è detto disponibile al confronto tecnico, in sede di analisi delle osservazioni che gli enti locali dovranno far pervenire a Palermo, prima dell'approvazione definitiva del Piano paesistico. Anche il neo soprintendente Alessandro Ferrara, peraltro, si è dichiarato aperto alla valutazione di possibili correttivi tecnici. Le istituzioni locali, dopo l'incontro di martedì alla Provincia con l'assessore Armao, sono pronte a scendere sul sentiero di guerra: se il sindaco Dipasquale, che solidarizza con i 34 lavoratori «Enimed» che rischiano il posto per la sospensione dei lavori al «Tresauro 2», si appella alla sensibilità del neo soprintendente Alessandro Ferrara, i segretari generali della triplice sindacale e quelli del settore chimico-energetico chiedono l'immediata revoca dell'adozione del Piano paesistico, «provvedimento ingiusto ed arbitrario che mette in discussione lo sviluppo del territorio». L'ex sindaco di Modica, Piero Torchi, paladino del «No alle trivelle», chiede però all'amministrazione comunale di Modifica un'immediata verifica delle conseguenze dell'entrate in vigore delle norme di salvaguardia e l'organizzazione di un'assemblea aperta da parte del sindaco Buscema, per l'illustrazione del Piano. Nel contempo, il presidente dell'Ance, Filippo Grassia, rigettando il modus operandi del governo regionale e tacciando di «arroganza politica» l'assessore Arnao, annuncia una «forte mobilitazione per l'individuazione delle criticità del Piano, con conseguenti osservazioni ed opposizioni. Nè Grassia esclude il ricorso alla magistratura amministrativa. Preoccupato il presidente della Provincia, Franco Antoci, per il blocco già avvenuto di molti cantieri, ma anche speranzoso per l'apertura, seppur in sede di tavolo tecnico, annunciata da Arnao. Per il gruppo del Pdl alla Provincia, d'altronde, «Armao può ancora rimediare e migliorare un Piano paesistico, pur calato dall'alto».
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