LUCCA - È proprio vero, il museo non si fa VENERDÌ, 10 SETTEMBRE 2010 IL TIRRENO - Lucca
Alcuni dei reperti trovati al Frizzone esposti alla mostra in allestimento a Capannori Ma non ci saranno alcuni scheletri che devono essere restaurati ARIANNA BOTTARI LUCCA. Entro la fine dell’anno reperti di epoca romana rinvenuti al Frizzone saranno esposti nella mostra permanente etno-archeologica in fase di ultimazione a Capannori, in via Cardinal Pacini. Lo assicura Giulio Ciampoltrini, della sovrintendenza di Lucca, e l’assessore alla cultura di Capannori Leana Quilici. Nella mostra, dunque, troveranno posto anche alcuni dei ritrovamenti effettuati negli scavi di Fossanera e del Frizzone, ma non i più importanti dal punto di vista archeologico. Gli scheletri dei neonati rinvenuti al Frizzone hanno bisogno di essere restaurati e al momento i soldi non ci sono. Naufragato, dunque, anche il progetto del museo archeologico, insieme con quello del parco delle 100 fattorie romane. Di esso non rimane che un grande cartello all’entrata del casello autostradale del Frizzone che, ironia della sorte, troppo presto ha indicato qualcosa che in realtà non verrà mai realizzato. Sotto il cartello, un bunker in cemento armato di 240 metri quadrati inutilizzato. I reperti di inestimabile valore sono immagazzinati in una sala dell’Istituto Cavanis di Porcari. Tramontato il progetto del grande percorso museale di rilevanza nazionale, il comune di Capannori, in collaborazione con Sovrintendenza, associazioni Gac e Auser Sesto, ha deciso di investire in una propria struttura. Dai 700mila euro destinati nel 2007 al percorso museale, si è passati ai 20mila stanziati da amministrazione comunale, Fondazione Banca del Monte e Regione. Da un super museo che avrebbe dovuto essere uno dei più importanti in Toscana e in Italia, ad una mostra permanente che raccoglierà tutta la storia capannorese. E intanto i reperti più importanti, come detto, rimangono chiusi nelle stanze dell’Istituto Cavanis in attesa di essere restaurati, a cominciare dai corpi dei quattro neonati rinvenuti accanto al tempio ligneo del Frizzone, in attesa di fondi per il loro recupero. «Il percorso museale che doveva sorgere accanto e sotto al casello è un nodo drammatico. Il grande progetto è tramontato e il rimpianto è notevole. Non è stata colta l’occasione al momento giusto, nel 2007, quando ancora erano in atto i lavori alla nuova barriera autostradale e il finanziamento da 700mila euro poteva essere facilmente inserito nei milioni destinati al casello. Autostrade per l’Italia ha fatto il suo, poi qualcosa è successo e dagli inizi del 2008 del museo non si è più parlato». Parole di Giulio Ciampoltrini, della Sovrintendenza archeologica, amareggiato per quella che lui definisce una enorme occasione persa. «Fortunatamente - aggiunge - il Comune di Porcari ha messo a disposizione degli spazi che ci hanno permesso di lavorare per il recupero dei reperti, parte dei quali è ora pronta ad essere esposta nella mostra permanente di Capannori, realizzata grazie all’impegno dell’amministrazione comunale. Alcuni vasi saranno esposti anche nella mostra che aprirà i battenti a Lucca il 15 settembre al museo Villa Guinigi, dedicata all’arte funeraria», dice Ciampoltrini. Si tratta soprattutto di vasi e anfore di epoca romana ricostruiti con pazienza dagli archeologi. Non saranno esposti, invece, i corpi dei quattro neonati rinvenuti al Frizzone. Rimarranno chiusi nelle stanze del Cavanis in attesa di nuovi fondi per il recupero. E chissà quanto tempo dovrà passare.
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