Venezia, Palazzo Ducale, si alza il sipario «Meno sponsor per le proteste» Massimo Favaro Corriere del Veneto 10/9/2010
Finiti i restauri di un pezzo di facciata, tutto concluso tra un anno Feste, palazzo «snobbato» per la crisi: mancano 600 mila euro
VENEZIA - Si alza il sipario sul primo lotto del restauro di Palazzo Ducale. E’ tempo di abbassarlo invece, auspica il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, sulle polemiche per le maxi pubblicità, che mettono a repentaglio la raccolta dei fondi. Se le decorazioni della facciata su rio della Canonica sono state riportate al proprio splendore seicentesco è infatti grazie alle sponsorizzazioni, che hanno finanziato l'accurata pulizia pietra per pietra, con l'utilizzo del laser e di specifiche soluzioni chimiche: via gli annerimenti, le colature di ruggine, gli accumuli di sporcizia. Ma sono stati compiuti anche interventi strutturali, con la sostituzione dei sostegni in ferro, per un totale di quasi 40mila ore lavorate. Dopo i teloni, nelle prossime settimane la facciata sarà liberata anche dalle impalcature. Per vedere di nuovo Palazzo Ducale interamente libero dalle pubblicità bisognerà aspettare, però, un altro anno. Dopo le critiche lanciate dal Fai e fatte proprie da Vittorio Sgarbi, per le istituzioni della città lagunare è quindi il momento di raccogliere i primi risultati della loro scommessa. Che la soprintendente Renata Codello ha difeso appassionatamente nel corso della presentazione dei lavori, citando John Ruskin e leggendo, integralmente, l'articolo del codice dei Beni culturali che regola le sponsorizzazioni. La soprintendente ha rivelato, inoltre, di aver rifiutato in passato un manifesto con lo slogan «Be Stupid» della Diesel: «Allora avevamo delle alternative, adesso non più». Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni non ha esitato invece a definire uno «sciocco» chi si oppone ai teloni pubblicitari: la cura di questi monumenti richiede infatti grandi risorse e «se queste non possono essere messe a disposizione dagli enti pubblici è la legge stessa - ricorda Orsoni - che dice che si può ricorrere alle sponsorizzazioni». Non farlo potrebbe configurare un danno erarariale e di fatto, nota il sindaco, «il ricorso alla pubblicità diventa obbligatorio». Il restauro si era reso necessario per il pericolo di nuovi distacchi di blocchi di pietra d'Istria, favoriti dalle infiltrazioni d'acqua: sul fondo del canale i sommozzatori hanno recuperato ben 160 pezzi, caduti nel corso degli anni. Presto nuove impalcature saranno allestite di fronte al Ponte dei Sospiri, che non dovrebbe per mai essere coperto alla vista. Il cantiere lavorerà di notte e durante il giorno saranno rimosse le reti di protezione. Il costo totale dell'intervento è pari a circa 2,8 milioni di euro, più i fondi necessari per il restauro degli infissi, inizialmente non previsto. Mancano ancora all'appello oltre 600mila euro, dato che 1,5 milioni sono stati garantiti secondo la formula «vuoto per pieno» dal contratto con l'agenzia pubblicitaria, e 700mila euro direttamente da Dottor Group. Il resto avrebbe dovuto essere garantito dall'affitto di Palazzo Ducale per un massimo di trenta eventi, ma ad oggi nessuna trattativa è andata a buon fine. Si contava sul traino della Mostra del cinema, ma tutte le aziende che si sono fatte avanti si sono ritirate. Pietro Dottor, presidente del gruppo trevigiano, rimane ottimista: «Per la pubblicità Venezia è una piazza difficilissima, ma vediamo - afferma - segnali di ripresa». D'altronde Orsoni è sicuro che la colpa non sia solo della crisi: «Raccoglieremmo molto di più - ha puntualizzato - se ci fossero meno schizzinosi in giro».
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