Tutti a caccia degli amici dei musei Chiara Zampetti Il Sole 24 ore Plus 11/9/2010
Londra, Effetto crisi sulle risorse delle organizzazioni d'arte. Il caso Serpentine Gallery
Tagli pubblici alla cultura e sponsor privati che si sfilano, come giovedì scorso ha fatto Ubs con la Tate Gallery che continuerà a sostenere il museo inglese come corporate members. Come faranno i musei pubblici inglesi a trovare nuove risorse per mandare avanti l'attività corrente? Secondo i dati forniti da Art & Business, l'organizzazione inglese che si dedica a creare partnership tra business e le arti, l'investimento privato in cultura nel Regno Unito, ha raggiunto la cifra record di 686 milioni di sterline nel 2007/8 (+12% sull'anno precedente), per scendere del 7% nel 2008/09 a 654,9 milioni di £. «La recessione globale ha sottolineato quanto incerti possano essere i fondi pubblici e privati per i musei in periodi di crisi economica» sottolinea Colin Tweed, ceo di Mt & Business, nel report «Private Investment in Culture, 2008/09». «In momenti come questo continua il settore privato è in una posizione più forte per sostenere le arti di quello pubblico, poiché ci si attende che uscirà più velocemente dalla recessione”. Secondo Art & Business i settori pubblico e privato possono collaborare ad una strategia di fundraising a lungo termine, e propone un modello economico a tre gambe con fondi pubblici, privati e ricavi diretti dell'istituzione artistica. Nel report «Market Trends, Summer and Autumn 09» di Arts & Business, si sottolinea il crescente ruolo del fundraiser, in risposta all'attuale clima economico, di generare entrate dal settore privato. Soprattutto quando compagnie e privati investono meno in cultura è vitale che le arti abbiano uno staff qualificato che si dedichi a mantenere e creare relazioni con i partner. «Friend raising», cioè aumentare gli amici, è oggi il nuovo trend delle organizzazioni d'arte al fine di creare relazioni stabili con i finanziatori. Eppure il numero di fundraiser a tempo pieno è diminuito; nel 2007/08 le organizzazioni d'arte in media avevano almeno cinque fundraiser a tempo pieno; nel 2008/09 il numero è sceso a soli due. Il 57% dei fundraiser nel 2008/09 erano volontari non pagati, l'anno precedente erano il 39% e ogni fundraiser, retribuito o meno, ha raccolto in media 184mila £ all'anno. La diminuzione del numero dei fundraisers ha intensificato un altro trend: richiedere a curatori e altri dipartimenti di contribuire ai fundraising targets. Un esempio? La Serpentine Gallery di Londra è un caso di successo di fundraising in Inghilterra. I fondi per sostenere la galleria provengono dall'Art’s Council of England e dal Westminster City Council per il 18% del budget annuale. I restanti 4 milioni di £ sono raccolti grazie al sostegno di privati, sponsorship con aziende, organizzazioni di beneficenza, vendita di prodotti, come stampe in edizione limitata create da famosi artisti per la Serpentine Gallery. I donatori sono differenziati a seconda del gift: per le aziende il grado più alto è quello di Founding Corporate Benefactors (ora Bloomberg). Gli individui possono diventare Patrons con una donazione di 2.500£ all'anno, Future Contemporaries con 1.000£, Benefactors con 500. I vantaggi sono vari: da inviti ai vernissage, a colazioni esclusive in galleria e benefici fiscali. Un Patrons, per esempio, che dona 2.500 £ può richiedere un beneficio fiscale fino a 576,92 £. Inoltre il GiftAid prevede che qualsiasi donazione si qualifica come tax relief se il donatore paga le tasse nel Regno Unito con un beneficio per la charity che riceve dall'Inland Revenue (Agenzia delle Entrate) 28,21 £ per ogni 100£ donati.
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