Pesaro e Provincia. Rubato il reliquiario di S.Anna 13/09/2010 CORRIERE ADRIATICO
Furto consumato in pieno giorno, 500 euro a chi fornirà notizie
Cagli Se ne è accorto il custode qualche giorno fa: nella chiesa di Santa Chiara è stato rubato il reliquiario settecentesco di Sant’Anna. L’ipotesi più accreditata è che il furto sia stato compiuto sabato scorso in pieno giorno, visto che esiste un sistema antifurto che non è scattato e non è stata rinvenuta alcuna traccia di scasso nel corso del sopralluogo effettuato dai carabinieri. Dunque la chiesa era aperta. Lo stesso custode, una volta effettuata la brutta scoperta, ne ha dato notizia agli amministratori e quindi alle forze dell’ordine.
Il reliquiario era conservato dentro una teca di cristallo con un’ampia base marmorea sulla mensa dell’altare dedicato alla Nascita della Vergine. Esposto alla devozione dei fedeli è stato rubato con l’intera teca. La chiesa che è si erge al lato del Distretto sanitario, della scuola materna e a ridosso dell’ospedale è particolarmente cara ai cagliesi anche per la presenza della teca. Sant’Anna infatti è la santa protettrice delle puerpere e sia quando era attivo il reparto di ostetricia del vicino ospedale sia oggi, rappresenta il riferimento per i ringraziamenti alla santa ogni volta che nasce un bambino.
È probabile, secondo gli inquirenti, che qualcuno possa avere visto movimenti strani in quanto l’asportazione del reliquiario con l’intera voluminosa teca di protezione è stata un’operazione in qualche modo visibile anche all’esterno e difficilmente occultabile.
Sotto il profilo artistico si tratta di un pregevole pezzo in legno intagliato e dorato (altezza 55 cm, larghezza 26, profondita 11,5) impreziosito, sul fronte che ospita la reliquia di Sant’Anna, con una lamina dorata sigillata dal cristallo antico. L’oggetto è schedato dalla Soprintendenza Psae delle Marche come peraltro i beni culturali delle altre chiese di Cagli.
“Per questo motivo - ha spiegato il vicesindaco Alberto Mazzacchera - tale oggetto prezioso per la chiesa di Santa Chiara ha scarso valore commerciale. Infatti è già stata presentata denuncia di furto e grazie alla scheda della Soprintendenza Psae delle Marche sono stati forniti nei giorni scorsi al nucleo specializzato dei Carabinieri, TPC di Ancona, tutti i dati identificativi inclusa l’immagine fotografica. Ciò che spiace - aggiunge Mazzacchera - è che l’oggetto di culto e d’arte finirà, proprio per i motivi indicati, per essere svenduto come pezzo rubato a poco prezzo. Poiché invece riteniamo importante il recupero di tale oggetto per riportarlo alla devozione dei cagliesi siamo disposti a pagare un premio di 500 euro a chi ci fornirà notizie utili e decisive (anche in forma del tutto riservata) per l’individuazione dei malfattori che hanno compiuto questo infame furto sacrilego”. Silvia Sinibaldi |