Il cantiere di una centrale minaccia l'anfiteatro morenico delle Alpi MARINA PAGLIERI Repubblica - Torino, 9-9-2010
A Gressoney una contesa giudiziaria tra cugini mobilita anche il Fai, che ha ricevuto ben 1300 segnalazione come 'luogo del cuore'. "Non è una guerra familiare, vogliamo sensibilizzare tutti su un caso di interesse generale". C'è un alpeggio ai piedi del ghiacciaio del Rosa, nel cuore di un paesaggio maestoso e fragile, incontaminato, che quest'estate ha ricevuto più di 1300 segnalazioni come "Luogo del cuore" del Fai. E c'è una famiglia che si trova schierata su due opposti fronti. Da una parte il proprietario dell'area, che vuole preservarla perché continui a essere un pascolo, in cui esercitare l'attività agricola. Dall'altra il cugino, membro di una società che ha ottenuto l'autorizzazione dalla Regione Valle d'Aosta per costruire una centrale idroelettrica poco distante. E che, forte di ciò, sta mettendo in atto un esproprio. La valle è quella di Cortlys, prende il via da Staffal, a Gressoney La Trinité, e finisce ai piedi del ghiaccaio del Lys. I contendenti sono i Beck Peccoz, Antonio e Giovanni, cugini di primo grado. L'area intorno a Cortlys è definita dagli studiosi di fondamentale interesse per tutta la comunità scientifica internazionale perché - il parere è del geologo Mattia De Amicis, dell'Università Bicocca di Milano - "rappresenta all'interno dell'Arco Alpino occidentale, insieme al ghiacciaio del Rutor, l'unico esempio integro di anfiteatro morenico nel quale si posano effettuare studi di carattere paeleoglaciale, dendrocronologico e paleoecologico, alla base di ogni valutazione sui cambiamenti climatici".
Quest'area rischia ora di essere attraversata da una pista di cantiere per l'accesso degli automezzi. Nonostante manchi l'approvazione per questo da parte della Giunta regionale, come da deliberazione del 27 febbraio 2009 (c'è però una successiva autorizzazione dell'Assessorato opere pubbliche, del 1° aprile di quest'anno). La società interessata - The Power Company srl, con l'associata Contracta spa e la fiduciaria Aletti, che la controlla - ha inoltre presentato domanda per un ampliamento significativo dell'impianto originario, tale da snaturare il progetto iniziale per la centrale. La quale, tra l'altro, non fornirebbe acqua alla zona. E verrebbe edificata a Stafal, a poche decine di metri da un residence e da un albergo, producendo inquinamento acustico e ostacolando il turismo della valle. "Sia chiaro, questa non è una guerra familiare, semplicemente abbiamo voluto sensibilizzare l'opinione pubblica su una grave questione di interesse generale, che ha tra l'altro suscitato grande attenzione da parte degli abitanti", dice Roberta Aluffi Beck Peccoz, docente a Giurisprudenza a Torino e moglie di Antonio, il proprietario dell'area. Il prossimo passo è ora la discussione della questione al Tar, prevista il 22 settembre.
"Mio cugino e io apparteniamo alla stessa famiglia, ma abbiamo due modi opposti di vedere le cose, e lo stesso era per i nostri rispettivi padri, che erano fratelli - continua Antonio. - Non intendo però mettere in campo questioni personali o familiari, per ora il fatto della parentela mi ha creato più che altro difficoltà". L'obiettivo ora è ottenere un riconoscimento dal Tar, in attesa pure che venga presentata una petizione al Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Oltre a quello di arrivare a quota 2000 nella raccolta di firme per il Fai, per essere in tanti - conclude Roberta Aluffi - "a cercare di respingere o contenere al massimo questo attacco"
(09 settembre 2010)
http://torino.repubblica.it/cronaca/2010/09/09/news/il_cantiere_di_una_centrale_minaccia_l_anfiteatro_morenico_delle_alpi-6888741/
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