UMBRIA - Il castello sta cadendo a pezzi. ELISABETTA PEVARELLO CORRIERE DELL’UMBRIA – 14 settembre 2010
Il sindaco Alvaro Parca lancia un appello per acquisirlo al patrimonio pubblico. Ridotto l’importo base per la prossima asta di gennaio 2011
Abbandono, degrado, mura in rovina con vegetazione che cresce indisturbata e dalla quale si distaccano rami secchi, oltre a pietre, pezzi d'intonaco che crollano e vetri rotti. E' l'incredibile situazione in cui versa uno dei beni culturali più imponenti e ricchi di storia dell'intero comprensorio amerino: il castello di Giove. Quale sarà la sua sorte? L'angosciosa domanda rimbalza tra quanti quotidianamente transitano sotto le sue mura secolari, mute testimoni di tante pagine della nostra storia più recente ed incredibilmente abbandonate ad un oblio che, di certo, non rende un'immagine edificante del trattamento riservato a questo splendido monumento del nostro paese. Il sindaco Alvaro Parca, di recente, ha elevato il suo grido d'allarme attraverso diverse note indirizzate a chiunque possa avere titolo per intervenire in materia. A partire dal presidente del Consiglio, il ministro dei Beni Culturali, i presidenti di Regione e Provincia, il proprietario del bene, il procuratore della proprietà, il custode giudiziario e il giudice delle esecuzioni immobiliari. Parca ha evidenziato lo stato di degrado ed il conseguente pericolo per la pubblica incolumità, certificato dai vigili del fuoco, in cui versa il castello, che ha portato a transennare buona parte del perimetro dell'edificio. Ha messo in rilievo, nel contempo, che le dimensioni del castello sono tali e le zone degradate presentano una distribuzione talmente articolata ed estesa che un transennamento completo di tutte le aree potenzialmente a rischio comporterebbe l'interdizione di gran parte del centro storico . Una vicenda che ha dell'incredibile se, oltre alla rilevanza dell'aspetto concernente la pubblica incolumità, ci si sofferma sulle potenzialità che l'immobile potrebbe esprimere nei confronti della comunità giovese e dell'intero comprensorio amerino. Più volte Parca si è rivolto ai rappresentanti istituzionali nazionali e locali in cerca di un sostegno per quella che potrebbe diventare un'occasione unica e irripetibile di sviluppo per questa parte dell' Umbria troppo spesso marginalizzata. I tempi, a detta del primo cittadino, sono quanto mai propizi per l'acquisizione al patrimonio pubblico dello splendido maniero al fine di trasformarlo in un bene produttore di reddito. L'importo a base d'asta, difatti, si è ridotto da 4 a 3,2 milioni di euro per la prossima asta prevista per la metà di gennaio» 2011, creando, così condizioni decisamente favorevoli e difficilmente ripetibili per l'acquisto. Impresa impensabile per un piccolo Comune di circa 1.800 abitanti, ma che, sempre secondo Parca, sarebbe possibile attraverso una sinergia tra Stato, Regione, Provincia ed enti locali. Utopia? Un'intera comunità si augura di no e continua a interrogarsi con ansia sulla sorte di questo gioiello dimenticato, osservandolo col naso all'in sù sempre più da lontano, da dietro le transenne che ne hanno fatto a pezzi la dignità.
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