TOSCANA - CAMPIGLIA. Legambiente presenta le sue osservazioni 15-09-10, 03Piombino IL TIRRENO
CAMPIGLIA. I regolamenti urbanistici di Campiglia e Suvereto non convincono Legambiente Val di Cornia. Il presidente Adriano Bruschi ha così presentato alcune osservazioni ai regolamenti proposti dai sindaci Rossana Soffritti e Giampaolo Pioli. Le perplessità di Legambiente non si limitano alla programmazione edilizia e al consumo di suolo pubblico, ma si estendono allo sviluppo di energie rinnovabili e all’adeguamento dei vincoli archeologici. La prima critica mossa da Legambiente è legata al metodo attuato per l’approvazione dei regolamenti. «I regolamenti di Piombino, Suvereto e Campiglia sono conseguenti di un piano strutturale coordinato - spiega Bruschi - quindi non si capisce perché adottarli in tempi diversi. Sarebbe stato logico che l’adozione, discussione delle osservazioni e approvazione finale fossero coincidenti». Sulla realizzazione di nuovi alloggi le idee di Legambiente sono chiare. L’associazione chiede infatti di attenersi alle linee guida del piano strutturale, che prevedeva un fabbisogno abitativo per i prossimi 15 anni di 665 alloggi per Campiglia, 95 a Suvereto (232 con le lottizzazioni in corso di approvazione e capacità residue di precedenti strumenti urbanistici)». Il riuso e la riqualificazione dei volumi esistenti, recuperando aree degradate, marginali o dismesse è una priorità indicata da Legambiente. Punto centrale delle osservazioni di Legambiente è l’adeguamento dei vincoli archeologici. «La carta dei vincoli di attuazione utilizzata all’inizio della discussione sul piano strutturale è stata sostituita con carte successive che hanno fatto sparire pezzi di territorio sottoposto a vincolo archeologico - spiega Bruschi - chiediamo di tornare alla carta originale e di aggiornarla ulteriormente». Le ultime osservazioni sono relative allo sviluppo delle energie rinnovabili. «Per il fotovoltaico il territorio deve essere definito meglio - commenta Bruschi - i Comuni dovrebbero programmare azioni per mantenere la vocazione agricola del territorio, lasciando le aree veramente marginali e non recuperabili al fotovoltaico. Quanto all’eolico è vero che i Comuni non possono concedere le autorizzazioni, ma possono definire le proprie preferenze, indicando i luoghi più idonei per gli impianti».
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