TOSCANA - Battaglia al Tar contro la Regione "Non rispetta le leggi antisismiche" DOMENICA, 19 SETTEMBRE 2010 LA REPUBBLICA - Firenze
franca selvatici Sul rischio sismico la Regione Toscana non ha fatto il suo dovere. Ha eluso una sentenza della Corte Costituzionale e beffato la normativa statale. E in tal modo non garantisce «la maggior sicurezza possibile delle persone e dei beni», come invece solennemente dichiara nella legge urbanistica regionale. L´accusa è contenuta nei ricorsi presentati dall´avvocato Gianluigi Ceruti, che chiede al Tar di annullare i permessi di costruzione di due ville a Siena, concessi senza l´autorizzazione sismica preventiva, sebbene Siena fosse classificata sino al 2006 in zona 2, a media sismicità. Dal 2003 il territorio italiano è diviso in quattro zone sismiche: la 1 è ad alto rischio, la 2 a medio, la 3 e la 4 a basso. L´istituzione delle zone sismiche compete in via esclusiva allo Stato, mentre le Regioni hanno il potere di collocare i propri Comuni in una delle quattro zone. Nel 2003 la Toscana fu la prima Regione a classificare i suoi 287 Comuni in base al rischio sismico: 186 in classe 2 (rischio medio), 77 in classe 3, 24 in classe 4. Nelle zone sismiche gli edifici devono essere costruiti con criteri di sicurezza tanto più elevati quanto più alto è il rischio. Il testo unico sull´edilizia stabilisce che nelle zone ad alta e media sismicità (1 e 2) i lavori non possono essere avviati senza la preventiva autorizzazione scritta del Genio Civile, mentre nelle aree a bassa sismicità bastano controlli a campione. Tuttavia, pur avendo classificato in zona 2 (medio rischio) oltre la metà dei propri Comuni, con l´articolo 105 della Legge urbanistica 1 del 2005 la Toscana non prescrisse l´autorizzazione sismica preventiva sui progetti. Il 20 aprile 2006 la Corte Costituzionale dichiarò l´incostituzionalità dell´articolo 105, spiegando che «l´intento unificatore della legislazione statale è palesemente orientato ad esigere una vigilanza assidua sulle costruzioni riguardo al rischio sismico, attesa la rilevanza del bene protetto, che trascende l´ambito della disciplina del territorio per attingere a valori di tutela della incolumità pubblica». In Toscana la sentenza fu accolta con grande allarme, nel timore che si paralizzasse l´attività edilizia. Ritenendo forse impossibile il potenziamento degli uffici del Genio Civile in modo da rendere più agili i controlli preventivi, la Giunta Regionale scelse una strada diversa. Una scappatoia, secondo le accuse. Con la delibera 431 del 19 giugno 2006, due mesi dopo la pronuncia della Consulta, istituì una quinta zona sismica speciale 3S, dichiarandola sia di media che di bassa sismicità, e vi riclassificò 106 Comuni prima inclusi in zona 2, fra cui Firenze, Livorno, Massa, Carrara, Pisa, Prato e Siena. Salomonicamente, stabilì che in questi 106 Comuni si progettasse come in zona 2, cioè con criteri di sicurezza più elevati, ma senza l´obbligo di richiedere la preventiva autorizzazione del Genio Civile, affidando la tutela della sicurezza alle autocertificazioni di progettisti e costruttori e a controlli a campione. Con rischi incalcolabili per l´incolumità delle persone e dei beni, è l´accusa contenuta nei ricorsi al Tar, in cui si ricorda il dramma dell´Abruzzo, dove sono mancati i controlli preventivi. Secondo i ricorrenti, la delibera regionale 431 è viziata da nullità per incompetenza assoluta, poiché l´istituzione di nuove zone sismiche spetta in via esclusiva allo Stato, e la nullità travolge tutti gli atti conseguenti, fra cui i permessi a costruire privi di autorizzazione del Genio Civile. Si sottolinea anche il tentativo di elusione della sentenza della Consulta e si chiede al Tar di ripristinare la legalità e il rispetto del diritto dei cittadini alla sicurezza. Prima ancora del Tar - si augura l´avvocato Ceruti - la nuova Giunta Regionale potrebbe annullare d´ufficio la delibera 431: «E il pensiero - scrive - corre al neo-assessore all´urbanistica Anna Marson da cui si attendono interventi profondamente innovatori».
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