Napoli, Madre. Sgarbi? Non sa riconoscere una mostra dall'altra Eduardo Cicelyn Corriere del Mezzogiorno - Napoli 21/9/2010
La replica: L'arte contemporanea va giudicata senza pregiudizi
Caro direttore, sarò lieto di discutere prossimamente con Vittorio Sgarbi eventuali suoi progetti per il Madre. Abbiamo formazioni culturali e opinioni diverse ma, da parte mia, non manca la stima per la creatività ideologica del neosoprintendente e curatore del futuro Padiglione Italia di Venezia. Se le sue proposte saranno accolte favorevolmente dal comitato scientifico della Fondazione che dirigo (e che sovrintende la gestione artistica del Madre) e un'eventuale mia comunicazione in merito verrà poi accettata dal Consiglio di amministrazione, saremo tutti felici di dar corso alle idee di Sgarbi. Allo stato solo mediatico della sua autocandidatura, devo riconoscere di non avere elementi per giudicare in positivo o in negativo le mostre ventilate nell'intervista pubblicata domenica scorsa. Non depone però bene la scarsa informazione che Vittorio Sgarbi sembra avere nei confronti per esempio dell'opera del grande artista austriaco Franz West, forse comprensibile ma non giustificabile con l'odio che da sempre si fa vanto di nutrire per l'internazionalità dei linguaggi contemporanei. Infatti la mostra di West vista in mia compagnia al Madre nello scorso agosto dallo storico dell'arte Sgarbi s'intitola «Autotheater», Ed era il frutto di una coproduzione tra il Ludwig di Colonia, il museo Madre e l'Universalmuseum Joanneum di Graz, a cura di Kaspar Koenig per il Ludwig, di Mario Codognato per il Madre e di Peter Pakesc per lo Joanneum (dove la mostra si inaugurerà sabato 25 settembre). Poiché Sgarbi, per dimostrare il nostro presunto coinvolgimento in logiche mercantili, ha sostenuto su questo giornale che l'antologica del Madre sarebbe passata d'un balzo alla galleria Gagosian di Roma (dove West ha invece aperto nei giorni scorsi tutt'altra mostra dal titolo «Roman Room»), viene da dubitare della capacità del prestigioso critico televisivo di osservare e distinguere ciò che vede da ciò che gli mostra il suo pregiudizio. Si tratta di una madornale svista, aggravata dal palese intento diffamatorio. Ma, pur lasciando correre, sorge spontanea la domanda: Sgarbi saprà guardare, saprà capire, saprà essere abbastanza attento almeno nello scegliere le opere che vorrà proporre per i suoi futuribili progetti napoletani? Dico questo perché se anche io domani volessi chiudere un occhio, devo ricordare a lui e a tutti i suoi sponsor pubblici e privati che nel consiglio della Fondazione Donnaregina siedono critici e studiosi del calibro internazionale di Achille Bonito Oliva, Norman Rosenthal e Luigi Ficacci. Personalità molto gelose delle proprie competenze e aperte alla discussione, se fondata su argomenti seri, come finora il Madre ha saputo fare, promuovendo sempre mostre curate da critici di solida fama e di sicura reputazione.
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