FIRENZE - Una cena speciale? Prendo in affitto il museo Letizia Cini La Nazione 24/09/2010
Arte & business. Piaccia o faccia storcere il naso, la tendenza è quella di far quadrare i conti, anche ‘affittando’ luoghi sacri come musei, ville medicee, giardini storici o antichi palazzi.
Lo sa bene la Soprintendenza fiorentina, che di questa tendenza ha fatto tesoro, "sempre salvaguardando e tutelando l’immenso patrimonio che ci è stato affidato", conferma Marco Fossi, della segreteria del Polo museale, che di questa attività si occupa da anni. "Ad aprire la strada è stata la legge Ronchey nel 1993, ma il vero ‘applicatore’ è stato Antonio Poalucci, ministro sotto il governo Dini nel ‘96, una volta rientrato a Firenze — sottolinea Fossi — . Da allora le cose sono andate avanti, e oggi riusciamo a portare nelle casse della Soprintendenza 2-300mila euro ogni anno grazie ad aperture straordinarie, cene, concerti, convegni o altri eventi che vengono organizzati in musei, ville e giardini di proprietà dello Stato italiano, che compongono il cosiddetto Polo museale fiorentino, appunto".
Con 10mila euro circa (oltre al costo per i dipendenti che devono necessariamente essere in servizio e all’indispensabile assicurazione), ecco che per molti — ma non per tutti — è possibile cenare nel giardino di Boboli, al Bargello, a Pitti, ma anche a Palazzo Davanzati, all’Accademia (nella Sala del Colosso), nel museo di Orsanmichele. E agli Uffizi? "Lì è vietato introdurre vivande — riprende il segretario del Polo — : è possibile godere di un concerto nella sala del Botticelli, ma per mangiare occorre spostarsi sulla terrazza".
Fra i luoghi più gettonati? "Le Ville medicee di Poggio a Caiano e della Petraia — confida Marco Fossi — . Certo, ci sono regole ferree da rispettare, non ‘affittiamo’ a privati per scopi personali (niente matrimoni, insomma), ma a enti, associazioni, ordini professionali. Inoltre i pavimenti devono essere coperti con la moquette e spesso, oltre al canone per la serata, si riesce a ottenere anche la sponsorizzazione per un restauro". "Posso assicurare — conclude — che chi sceglie questo tipo di location è sinceramente interessato al contesto, apprezza e rispetta l’arte e, in tanti anni, non si sono mai verificati inconvenienti. Non solo. La cosa più importante è che si crea un’affezione speciale con il ‘contenitore’: chi viene per una cena o un evento, torna come visitatore".
Anche il Comune ha importato a far rendere i suoi spazi, mettendo a disposizione tre sale del Palazzo della Signoria, compreso il Salone dei Cinquecento, che tra venti giorni ospiterà il ‘Ballo del Giglio’ con Carolina di Monaco. "Dodici le cerimonie effettuate in Palazzo Vecchio (Salone dei Cinquecento o Sala de’ Dugento o Sala degli Elementi) dal primo gennaio 2010 ad oggi promosse da soggetti privati", fanno sapere i responsabili. "Il totale delle entrate per l’uso delle Sale, alla data odierna, è quantificabile in 55.859,80 euro, oltre 3mila di biglietti per la cerimonia del 21 settembre 2010 — specificano i portavoce del Comune, fornendo anche quattro esempi di cerimonie promosse dai cosiddetti ‘soggetti esterni’: "Due congressi medici da 5.045,04 euro l’uno, il Premio Città di Firenze della Società Chimica Italiana da 5.276,88 euro e il convegno nazionale della Federazione Cavalieri del Lavoro da 5.503,68 euro che si terrà il 2 ottobre, ma è già stato pagato".
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