VICENZA - FEDERALISMO DEMANIALE. Dal governo solo i rifugi anti-aerei 25/09/2010 L'ARENA
Delusione in Comune per il primo elenco ufficiale dei beni trasferiti dallo Stato: mancano i pezzi più pregiati Pecori: « Per ora sono arrivate solo le "briciole", speriamo che in futuro la città sia premiata con immobili di grande valore»
A Vicenza arrivano le briciole del gran banchetto del federalismo demaniale. A palazzo Trissino avevano messo gli occhi su alcuni gioielli di proprietà dello Stato destinati alla dismissione o a una conversione. La lista non è lunga ma significativa: palazzo Barbaran Da Porto, sede del Cisa, il centro dedicato all'architettura e intitolato ad Andrea Palladio; il complesso di San Biagio, dove marcisce il vecchio carcere; palazzo Repeta in piazza San Lorenzo, già sede della Banca d'Italia prima di razionalizzazioni che hanno portato alla chiusura della filiale vicentina. Di tutto questo, nell'elenco ufficiale trasmesso a palazzo Trissino non c'è nulla. IL FEDERALISMO. Presentato come prima tappa del federalismo a tutto tondo, il federalismo demaniale consiste nel trasferimento agli enti locali di immobili di proprietà dello Stato ritenuti non più strategici: caserme, aeroporti, uffici, palazzi abbandonati o in via di dismissione. Nella lista originaria pubblicata a maggio dall'Agenzia del Demanio comparivano 27 immobili presenti nel capoluogo per un valore presunto di oltre 135 milioni di euro. Tra questi figuravano anche complessi come la caserma "Sasso" di Santa Maria Nova o l'ex carcere di San Biagio (il cui valore è stimato in 8,3 milioni). Per la Sasso sembra concreta la possibilità che diventi il nuovo quartier generale della polstrada, per San Biagio potrebbe essere battuta la strada dell'accordo di programma tra ministero e Comune, per realizzare un polo archivistico e culturale, assegnando parte delle cubature a destinazioni residenziali, commerciali e direzionali. IL PIATTO FORTE. In primavera il sindaco Achille Variati aveva manifestato l'interesse per acquisire al patrimonio comunale il palladiano palazzo Barbaran Da Porto (valore stimato: 10 milioni di euro), con l'intenzione di completare il circuito museale per meglio governare i flussi turistici e culturali, valorizzando l'edificio e confermando gli attuali inquilini: Cisa e Sovrintendenza. L'elenco finale reso noto al Comune, tuttavia, non comprende nulla di tutto ciò: sono immobili minori, tra cui i rifugi anti-aerei della seconda guerra mondiale. LA DELUSIONE. Massimo Pecori, da pochi giorni assessore al Patrimonio, non nasconde la delusione dell'amministrazione comunale: «Allo stato attuale non possiamo che prendere atto che a Vicenza viene trasferito molto poco. In ballo ci sarebbero ben altri immobili, di ben altro prestigio e ben altro valore. La speranza è che questo sia solo un primo elenco di edifici e terreni e che possa essere successivamente rimpolpato, altrimenti si rischia di non veder concretizzato lo spirito di questa operazione che prevede un progressivo passaggio dal centralismo al federalismo». Gian Marco Mancassola
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