SICILIA - KAMARINA. Recupero archeo-naturalistico LA SICILIA Martedì 28 Settembre 2010 RG Provincia, pagina 30
Il progetto, realizzato dall'ingegnere Gianluigi Pirrera e dall'architetto Vera Greco, ha ricevuto il premio Pan a Palmanova
Il progetto per il recupero archeo-naturalistico di Kamarina, realizzato dall'ingegnere Gianluigi Pirrera, presidente della sezione siciliana dell'associazione italiana per l'ingegneria naturalistica e dall'architetto Vera Greco, neo soprintendente dei beni culturali ed ambientali a Catania, ha ricevuto il premio Pan (paesaggio, architettura, natura) assegnato a conclusione del quindicesimo convegno internazionale "Paesaggio e ambiente", a Palmanova, da una giuria di alto profilo internazionale. "Lacus Kamerinensis e foce dell'Hipparis: illusione o speranza di recupero archeo naturalistico per Camarina" e' il titolo del progetto, che abbina la tutela della cultura classica all'attenzione al bene ambientale, per la conservazione di un importante sistema naturalistico e paesaggistico. "Il riconoscimento - ha commentato l'assessore regionale Gaetano Armao - premia l'impegno, gli studi e gli sforzi compiuti in Sicilia per la salvaguardia del patrimonio archeologicO e naturalistico nel nuovo Parco archeologicO di Camarina, che e' "Luogo del Cuore" nella campagna in corso del Fai (Fondo per l'Ambiente Italiano), e fa parte dei siti della campagna "Libera Fiumi" del Wwf Italia, che ha proposto l'Ippari come fiume nazionale da recuperare. Risultati che sono stati raggiunti grazie proprio al diuturno impegno alla soprintendenza di Ragusa di Vera Greco e dei suoi collaboratori". La fondazione della nobile città greca di Camarina, che occupa un promontorio di modesta altezza, tra le foci sabbiose dell'Ippari a nord e del ruscello Rifriscolaro a sud (l'antico Oanis), va ricercata nella notte dei tempi. Secondo Tucidide, autore del V secolo a.C., Camarina fu fondata da Siracusa nel 598 a.C., sotto la guida degli ecisti Dascone e Menecolo. La città conobbe nell'arco della sua non lunga esistenza varie distruzioni e saccheggi, anche da parte dei Siracusani, contro i quali si ribellò nel 553-552 a.C. Tucidide ci parla di due ricostruzioni della città: una ad opera di Ippocrate, signore di Gela, nel 492 a.C.; l'altra ad opera di un contingente di Geloi intorno al 460 a.C.. M. B.
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