Ferrara: «Sgarbi vuole il Castello, ma lì la mostra non è possibile» Isabella Cattania Il Resto del Carlino 28/9/2010
Marcella Zappaterra il presidente della Provincia respinge le accuse e fornisce un’altra versione dei fatti
«Quello di Sgarbi a questa vicenda è un approccio che fatico a tollerare. Se pensa di forzare la mano attraverso l'opinione pubblica e i media si sbaglia di grosso. Non mi farò certo impressionare». E' proprio da quel Castello al centro della polemica che Sgarbi ha acceso con gli amministratori della sua città che Marcella Zappaterra, presidente della Provincia, replica carte alla mano alle accuse del critico d'arte. Intanto il paragone con Montanelli non è tutto sommato da buttare via. «Niente da dire, ma visto che il grande giornalista è stato tirato in ballo per non essersi più fatto vivo dopo aver proposto di sua iniziativa una cosa a Sgarbi, tengo a precisare che in questo caso è stato lui, tramite la sorella, a chiedere la disponibilità del Castello per le sue opere. Ed è bene che si sappia che quando abbiamo avuto chiaro che ciò non sarebbe stato possibile, lo abbiamo comunicato con una lettera spedita in agosto a Elisabetta Sgarbi». Cerchiamo di mettere in ordine i fatti, a cominciare dalla visita alla casa di Roma. «E' vero, insieme al sindaco Tiziano Tagliani sono andata a vedere le opere e posso dire che mi sono anche piaciute, ma in quell'occasione l'unico impegno preso da parte mia era stato quello di verificare la fattibilità di un'esposizione delle opere stesse in Castello. Cosa che ho fatto, impiegando tempo e competenze dei tecnici della Provincia, a partire dal direttore del Museo Castello». Però. «Però si è giunti alla conclusione che il Castello così com'è non è in grado di ospitare la collezione per mancanza dell'impiantistica necessaria, sia per la sicurezza dei capolavori, sia per il loro stato di conservazione». Un problema dunque economico? «Sì, il progetto sarebbe stato costosissimo per le tasche dei ferraresi e mi stupisce che un consulente del ministro dei Beni culturali, che sa benissimo quali tagli la cultura sta subendo, non si preoccupi di questo aspetto. Va poi precisato che, negli ultimi dieci anni, sul Castello sono stati fatti investimenti importanti per allestire un percorso museale progettato da Gae Aulenti che ora sarebbe assurdo demolire per istituire un ulteriore museo visto la fatica che la città fa per tenere in vita quelli che ci sono». Resta il fatto che non ha ricevuto nel suo ufficio Elisabetta Sgarbi, ma ne avrebbe parlato solo vicino all’ascensore. «Ovviamente non è andata così. Il congedo è stato sì sulla porta dell'ascensore, ma al termine della visita, fatta insieme, del percorso museale. In compenso Vittorio Sgarbi, da quando è iniziata questa storia, non ha mai messo piede in Castello per rendersi conto di persona di come è la situazione».
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