Passo Corese, le associazioni ambientaliste : «Perchè non si è tenuto conto degli studi effettuati dall’Università di Roma e dal Cnr?» RAFFAELLA DI CLAUDIO Messaggero.it, 26-9-2010
Domenica 26 Settembre 2010 Polo logistica, 10 domande al prefetto Legambiente e Sabina Futura insistono: «Sono state tralasciate procedure essenziali»
Siamo nella legalità? Siamo nel pieno rispetto dell’ambiente? Legambiente Bassa Sabina e associazione “Sabina futura” continuano ad avere seri dubbi circa la legittimità della nascita del polo della logistica a Passo Corese. E lo fanno scrivendo al prefetto di Rieti, Chiara Marolla, e sottoponendo alla sua attenzione dieci quesiti. Domande che seguono quelle più volte inoltrate alle istituzioni reatine. Oggi l’occasione è data dall’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio provinciale di un documento licenziato delle commissioni Ambiente e Attività produttive. Nel documento viene ribadita la necessità che esso venga realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente, ma gli ambientalisti sostengono che, nonostante il lavoro svolto per diversi mesi, i due organismi provinciali non abbiano indagato fino in fondo e con attenzione l’iter di creazione del polo. Secondo le due associazioni il processo di realizzazione del polo della logistica non sarebbe in linea con i principi di rispetto e salvaguardia del patrimonio ambientale, culturale e storico della Sabina. «La legge - scrivono - prevede che, davanti ad un piano che ha rilevanza nazionale come quello di Passo Corese, venga avviata una procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) che però non è mai stata effettuata. La cittadinanza avrebbe dovuto essere coinvolta ed informata per proporre proprie idee e partecipare alla valutazione di impatto ambientale e invece questo non è mai accaduto. Non ci risulta che le commissioni Attività produttive ed Ambiente della Provincia abbiano ascoltato le organizzazioni che si occupano della difesa dell’ambiente». Eppure gli ambientalisti sostengono di aver redatto un piano di sviluppo che riguarda l’intera provincia, basato sulla valorizzazione delle risorse turistiche, ambientali, naturalistiche, paesaggistiche, agricole, artigianali e culturali della provincia di Rieti che potrebbe dare lavoro a migliaia di cittadini. Una mancanza grave per Legambiente e Sabina Futura, quella di aver lasciato inascoltata questa proposta come quella di “aver ignorato l’uso di strumenti sofisticati e della collaborazione di professionisti come gli archeologi della British School at Rome nelle indagini che si stanno conducendo nell’area del polo, la stessa destinata dalla Regione nel Ptpr a parco archeologico come testimoniano i ritrovamenti di decine di presenze archeologiche”. Poi l’attacco va dritto al lavoro delle commissioni provinciali. «In uno studio a firma Legambiente, Italia Nostra, Wwf ed altri - concludono gli ambientalisti - , si è evidenziato come tutte le fonti ufficiali che si sono occupate dell’area (Università di Roma, British School at Rome, Regione Lazio e Cnr), concordano sui luoghi fisici puntuali delle presenze archeologiche dell’area, anche a distanza di anni e con studi compiuti con tecniche molto diverse. Le Commissioni Attività produttive ed Ambiente della provincia, che dichiara di agire nel pieno rispetto dell’ambiente, non ci risulta abbia ascoltato neanche le fonti citate».
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