Arezzo, Archivio Vasari. Il momento di decidere Salvatore Mannino Nazione – Arezzo 30/9/2010
L’anno vasariano già incombe (tre mesi sono un soffio) e ancora siamo al punto zero. Nel senso che latitano le idee (specie sull'archivio, che potrebbe essere una delle grandi attrazioni) e anche i quattrini. In queste condizioni l'offensiva di pace che gli eredi Festari hanno lanciato da qualche giorno e che oggi ribadiscono può essere uno spiraglio? In un caso così intricato, una specie di giallo internazionale sull'asse Arezzo-Pontedera (la residenza dei Festari)-Mosca (la città dei russi di Stepanov che si candidano all'acquisto) la cautela è d'obbligo. Mai dire mai e mai dare per acquisito quello che l'esperienza di questi mesi ci dice può essere rivoluzionato nello spazio di una notte. I protagonisti, del resto, sono cauti: la sovrintendente Toccafondi dice che può essere un'apertura, il sindaco Fanfani è pronto a discutere con tutti purchè le carte restino dove sono grazie al vincolo, il ministero dei beni culturali tace, come spesso ha fatto in questa storia che ha i tratti del thrilling. E però una soluzione va trovata, anche alla svelta. Altrimenti le carte vasariane resteranno quel mistero che per l'opinione pubblica anche colta sono sempre state da che sono conservate a Casa Vasari: tutti sanno che ci sono, ma nessuno le ha mai viste, se non qualche specialista dopo un'estenuante trafila. Al di là dell'affaire, così non può andare avanti e non è neanche giusto. In una città che aspira a vivere pure di turismo ma che fatica a trovare una sua cifra particolare fra colossi dell'industria del tempo libero come Firenze, Siena e Pisa, l'archivio Vasari può essere davvero una carta vincente. Ma bisogna farlo conoscere, bisogna farne un'attrazione. Questo chiede Arezzo, la soluzione la trovino i protagonisti.
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