Crusca, tanta solidarietà e nuovi timori Edoardo Lusena Corriere fiorentino 30/9/2010
Un incontro in Regione sui 600 mila euro promessi da Rossi: cautela per i tagli di Roma, superiori ai previsto Dopo l’appello della presidente Maraschio si attendono i fondi per salvare l'accademia
Martedì la nave in tempesta dell'accademia della Crusca aveva lanciato l'ultimo Sos. «Se non arriva la stabilità con la finanziaria, mi dimetto»: parole categoriche quelle della presidente Nicoletta Maraschio. Oggi potrebbe vacillare (o quantomeno farsi più stretto) anche quel salvagente annunciato dalla Regione in aiuto dell'importante istituzione. Era il 25 giugno quando, dalle pagine fiorentine di Repubblica, il governatore annunciava «duecentomila euro di fondi aggiuntivi subito e altri 400 mila circa che cercherò di reperire con i tagli alla macchina amministrativa e il ridimensionamento delle sedi toscane all'estero». Ma dalla Regione, ieri, filtrava cautela: si conferma l'incontro tra il capo di gabinetto di Rossi e la Maraschio la prossima settimana (come annunciato dalla professoressa al Corriere Fiorentino) così come l'intenzione di aiutare la Crusca. Però si precisa anche che i tagli di Roma sono più aspri rispetto a quanto non ci si aspettasse a giugno e che la discussione sul bilancio inizierà solo la prossima settimana, difficile quindi sbilanciarsi sulle cifre. Insomma, chi andava per tagliare (Rossi) ha finito per essere «tagliato». Ma se le cifre non sorridono, le testimonianze di solidarietà verso l'istituto e la sua guida sono molte. La prima è di Francesco Sabatini, predecessore della Maraschio e presidente onorario dell'accademia: «Scongiuro l'ipotesi dimissioni nella maniera più assoluta, così come mi auguro che la professoressa consideri l'idea di un secondo mandato. Lei non ha assolutamente fallito, lo dice per l'umiltà che la contraddistingue, anzi ha l'appoggio di tutti gli accademici che protesteranno ancora, se necessario. La sua presidenza si è caratterizzata per dinamismo, creatività e apertura. A deludere, semmai sono le istituzioni e la loro carenza di risposte». L'assessore alla Cultura di Palazzo Vecchio, Giuliano da Empoli, parla di «situazione triste sproporzionata al prestigio della Crusca. Se Maraschio lasciasse sarebbe un impoverimento per tutto il campo degli studi della lingua». Da palazzo Madama il senatore Pd Andrea Marcucci, che mesi fa rivelò l'esistenza di un disegno di legge targato Pdl per un milione di euro annui alla Crusca, parla di grave disattenzione del governo, ma aggiunge: «Sono moderatamente ottimista, il clima sembra buono: oggi una mia mozione sui restauratori ha trovato l'unanimità. Un impegno bipartisan di tutti i parlamentari toscani in sostegno dell'accademia potrebbe essere vincente». E se sono tante le telefonate di vicinanza dei colleghi arrivate alla professoressa, si registra anche che nessuno, dal ministero dei Beni culturali, ha composto il numero della Crusca.
|