Oddati e Belfiore sul centro storico di Napoli MARCELLO MOTTOLA Agenzia Radicale, mercoledì 29 settembre 2010
Venerdì 24 settembre 2010 davanti Palazzo San Giacomo di Napoli talune associazioni, tra le quali il Comitato Portosalvo ed il Movimento VANTO, e numerosi cittadini del territorio - tra cui il cantante Eddy Napoli - sono scese in piazza per manifestare la loro preoccupazione per la cancellazione del centro storico di Napoli dalla lista dei Siti del Patrimonio Mondiale Unesco.
Titoli incisivi della stampa hanno così commentato l’iniziativa: 'L'Unesco potrebbe depennare Napoli' (Corriere del Mezzogiorno 25/09/2010); 'Associazioni in piazza: salvare il centro storico' (Il Mattino 25/09/2010). Non si è fatta attendere la replica dell’Amministrazione Comunale che, attraverso gli Assessori Belfiore e Oddati, ha reso noto come “allo stato attuale dei rapporti Comune di Napoli - Unesco, l’ipotesi della cancellazione risulta oltremodo improbabile, anche grazie a due iniziative già in atto.
La prima è quella legata al Grande Programma Centro Storico Unesco, inserito nel PIU Europa. E’ a tutti nota la decisione della Giunta Regionale di sospendere il finanziamento di questo programma dotato di 220 milioni di euro, approvato dalla Cabina di regia e dalle Giunte comunale e regionale nel 2009, nonché condiviso con la cittadinanza nel corso di oltre venti incontri pubblici. Sono pronti progetti esecutivi cantierabili per quasi 40 milioni di euro. Si spera in una ripresa del dialogo istituzionale con la Regione, anche in previsione del Forum delle culture previsto per il 2013.
La seconda è quella legata al Piano di gestione del centro storico, Sito Unesco. L’accordo Regione-Comune-Unesco siglato a Parigi nel febbraio di quest’anno, prevede la consegna del Piano nel febbraio 2011. C’è stato a giugno un primo seminario a Ravello-Napoli con una delegazione di esperti Unesco e del Comune di Napoli; un secondo seminario è previsto agli inizi di novembre, preceduto da un incontro con Unesco ai primi di ottobre. Tra novembre e dicembre si avrà il confronto con le istituzioni e le rappresentanze cittadine; a febbraio, la citata consegna a Unesco della bozza di Piano. Questo è lo stato dell’arte sul tema del centro storico di Napoli. L’attenzione della società civile e del mondo dell’associazionismo culturale è importante e utile, come doveroso controllo e come stimolo, a condizione che si riconoscano i risultati a coloro che a questo problema dedicano costante e partecipe impegno”.
Ancora una volta iniziative non violente promosse dall’associazionismo culturale si dimostrano efficaci nello stimolare l’Amministrazione Comunale ad un risposta su temi di attualità, altrimenti lasciati in secondo piano. Lascia perplessi di come il cronico ritardo nell’elaborazione del Piano di Gestione non sembra preoccupare la giunta comunale. Indecoroso è invece il destino dei monumenti di Napoli, vittime dell’ennesimo scontro istituzionale tra Comune di Napoli e Regione Campania che ha portato alla rinuncia (spontanea) di un capitale di 220 milioni di euro! Tali fondi, chiaramente non sufficienti al restauro di tutti i 700 ettari del centro storico Unesco, apparivano fino a qualche tempo fa come indispensabili per dare inizio al cambiamento.
Ed a confronto i quasi 40 milioni di euro pronti per progetti esecutivi cantierabili fanno sorridere. La preoccupazione resta. Non vorremmo che, essendo la Sanità sull’orlo del baratro con i fari puntanti sui bilanci delle ASL, gli sforzi e le energie istituzionali si indirizzino soltanto su questa situazione di emergenza, trascurando la cura dei monumenti in quanto oggetti inanimati. L’importanza di questi “oggetti inanimati” appare prioritaria per il rilancio della città. Oltre ad essere portatori di valenza culturale e ad essere lo specchio e l’immagine della città, i monumenti del centro storico sono soprattutto una fonte di ricchezza economica.
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